Conte gioca d’astuzia: “Stiamo belli calmi” sulla lotta scudetto
Antonio Conte, l’allenatore del Napoli, ha parlato in un’intervista a Sportmediaset, mantenendo un approccio umile e cauto per la prossima stagione. Con un tocco di realismo tagliente, ha evitato di pavoneggiarsi, preferendo lasciare che siano i fatti a parlare.
In merito all’idea di essere il primo a vincere due scudetti con il Napoli, Conte ha risposto con un misto di modestia e schiettezza: “Io il primo a vincere due scudetti col Napoli? Già il fatto che uno potrebbe essere il primo allenatore a vincere due scudetti col Napoli vuol dire che prima non c’è mai stato nessuno, quindi questo fa già capire la difficoltà di fare questa cosa e dobbiamo stare belli calmi. E’ un obiettivo molto molto difficile, vedremo cosa accadrà quest’anno e stiamo belli calmi. Voliamo basso e facciamo parlare gli altri. Noi dobbiamo fare i fatti”.
Quando gli è stato chiesto se il Napoli è favorito per il titolo, l’allenatore ha dribblato la questione con un’aria quasi annoiata, scaricando la palla sugli “esperti”: “Non penso che debba essere l’allenatore a rispondere a questa domanda, ci sono gli esperti e fanno le loro griglie e dicano se siamo completi o meno. Nel precampionato tutti dicono di aver lavorato bene. Anche noi abbiamo lavorato, ma ora dobbiamo portare tutto sul campo. Non mi interessa chi sono gli avversari. L’importante è che gli altri possano vedere il Napoli come un avversario nella lotta per lo scudetto”.
Sul giocatore De Bruyne, Conte ha elogiato la sua adattabilità con un commento diretto e senza fronzoli: “Ha capito subito la differenza che c’è tra il Napoli e il City. E’ stato molto umile, attento e intelligente. Si è calato alla perfezione nell’ambiente”.
Infine, riguardo a Lucca, l’allenatore ha spiegato il suo acquisto in termini pragmatici, senza illusioni: “Se è stato preso è perché speriamo che possa aiutare la squadra. L’abbiamo preso per farlo crescere dietro a Lukaku e vedremo quanto tempo ci vorrà e quanto ci saprà dare”. Con questo, Conte ribadisce che nel calcio, le parole contano poco: è il campo a decretare i veri vincitori.