Conte al Ritiro: Il Napoli è Ancora un Cantiere, ma la Pazienza Ha Limiti
Nel quindicesimo giorno del ritiro estivo a Castel di Sangro, Antonio Conte ha affrontato la stampa con la solita franchezza, dipingendo il Napoli come “un cantiere aperto”, una definizione che suona fin troppo familiare ai tifosi partenopei reduci da anni di rivoluzioni. Ma quante volte dovremo sentire questa storia?
Il tecnico elogia l’impegno dei nuovi arrivati, come i “6 ragazzi nuovi” che stanno lavorando bene, eppure è inevitabile notare che con acquisti come De Bruyne, stiamo mescolando veterani di lusso a promesse grezze – un po’ come quando il Napoli di Sarri aveva Hamsik e Insigne, ma senza la stessa solidità immediata.
Parlando di mercato, Conte sottolinea: “Siamo un club che continua la famosa ricostruzione”, e certo, con 13 ingressi e 7 uscite, inclusi top player come Osimhen, il bilancio è movimentato. Ma dai tifosi veri, che ancora rimpiangono Kvara venduto a 75 milioni, ci si aspetta di più: perché reinventare tutto ogni estate, mentre Juve e Inter sfoggiano basi solide? Ironico, no?
Sul campo, l’idea di equilibrio con quartetti come Anguissa, Lobotka, McTominay e De Bruyne è intrigante, ma ricordate i disastri del passato, tipo il Napoli di Benitez che provava magie senza basi? Dobbiamo essere pazienti, ma non stupidi: se non arriva un altro tassello, tipo Ndoye, rischiamo di arrancare come al solito.
In sintesi, Conte promette stabilità, con Lukaku pronto a guidare, ma ai partenopei dico: non accontentiamoci di promesse. Lo Scudetto dello scorso anno è stato un miracolo, non una regola – ora rompiamo le scatole alle big, o sarà un’altra stagione di chiacchiere.