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Conte pretende due colpi, ADL rilancia con 100 mln, Lucca nei guai prevedibili e la lucida follia di Politano

#Napoli: Anguissa al 95′ e firma il successo sul Cagliari — tra nuovi ingressi e una squadra che sceglie la solidità a priori. Elmas e Hojlund pronti, Conte non cambia ritmo. #SerieA #ForzaNapoli

Il Napoli batte il Cagliari allo scadere: decide un gol di Anguissa. In arrivo i rinforzi per Conte: Elmas e Hojlund pronti alla firma.

Zero gol subiti nelle prime due giornate, potremmo dire quasi zero tiri. Al punto che ripensi all’estate intera a parlare del ballottaggio Meret/Milinkovic-Savic e capisci che avresti potuto impegnare meglio quel tempo, magari leggendo il leggerissimo e spensierato (bugia) ‘Il calore del sangue’ di Irène Némirovsky. Il Napoli è solido, ha nell’essere solido il suo obiettivo principale, uno scopo che vuole raggiungere anche a costo di rinunciare a bellezza e spettacolarità. È una scelta, non un demerito. Evitiamo di fare confusione su questo argomento. Conte il Tiki-taka non lo fa nemmeno in tangenziale, sceglie una corsia e non la molla viaggiando al suo ritmo. Se ne frega degli altri.

Uno l’assist-man a sorpresa. Nella serata opaca di De Bruyne, intorpidito alla prima al Maradona come un rettile che assorbe il primo calore di un giorno nuovo, arriva la pennellata di AGM: Alex GoodMorning. Fosse anglofono e non si chiamasse Buongiorno, se ne parlerebbe sicuramente di più di questo ragazzo, ma il suo rientro è una notizia da accogliere con la gioia di chi scopre dal suo commercialista di aver maturato dei crediti con lo Stato prima della dichiarazione dei redditi. La fisicità di Ale è un elemento chiave per tutto il sistema.

Due settimane scarse ed ecco Rasmus da Copenaghen. Il 18 agosto il Napoli scopriva che il presupposto concettuale, e fisico, del calcio di Conte (Lukaku) dovrà star fuori almeno 100 giorni. Dodici giorni dopo entra in casa del Manchester United e si va a prendere Hojlund spendendo 50 milioni (col riscatto obbligatorio in caso di qualificazione Champions). Reagire agli imprevisti, avere la potenza economica di farlo, sedersi al tavolo dei top club europei e potersi pure permettere di alzare il tono della voce. Capite cosa siam diventati? Un affare da 100 milioni tra cartellino e stipendio, se qualcuno non l’avesse compreso.

Tre volte si piange, non più due come nel film di Siani, per chi s’è trascinato fino alla Mitteleuropa una nostalgia mai scacciata per davvero. Quando arrivi, quando parti e quando ritorni: Elmas aggiunge un nuovo capitolo alla suo amoroso rapporto con Partenope, lo fa in virtù di una volontà d’acciaio di riabbracciarla, rinunciando pure a qualche soldino. E viene a Napoli sapendo che dovrà faticare come Pantani sul Mortirolo per ritagliarsi dello spazio nelle rotazioni di Conte. “E si chest nunn’è ammore ma nuje che campamme a ffà…”

Quattro centrocampisti forti, favolosi ma gli avversari fanno come le stelle: mica stanno a guardare. Pisacane prepara la gara per togliere al Napoli le soluzioni sulla trequarti, il solo Spinazzola a sinistra non basta a creare troppi pericoli e il fiato lì davanti si fa corto. Con l’ampiezza di Lang il Cagliari deve uscire un pochino dalla tana ed alla fine il jolly lo pesca Anguissa, ma ci sarà da lavorare su questo assetto e sulle soluzioni offensive da sviluppare attorno ai Fab4, senza che lo slogan non vada a penalizzare uno di loro. Conte l’aveva detto: “Amma faticà again”.

Cinque e qualcosina a Lucca che deve fare i conti con una roba pesante da digerire, più dei peperoni mbuttunati nonna rosetta: è stato il protagonista di un colpo di stato, senza volerlo, ritrovandosi reggente di una poltrona assai ingombrante, quella di Romelu come Kiefer Sutherland in Designato Sopravvissuto. Non è semplice ragazzi essere Lukaku nel sistema di Conte, ci sono tante mazzate da prendere e bisogna imparare a darne, bisogna accontentarsi di pochi palloni e sfruttarli sempre al meglio. C’è, soprattutto, una grande rinuncia a favore dei compagni da fare propria. Servirà tempo. E pure Hojlund, che gli renderà meno pesante quella maglia.

Sei punti nelle prime due e ancora tanti argomenti da mettere sul tavolo. David Neres ai box per qualche fastidio, Lang che entra e rischia subito di prendersi la copertina, Gutierrez che s’è goduto la magia del Maradona e poi i nuovi acquisti che lo stesso Conte ha ufficializzato: Elmas ed Hojlund, saranno gli ultimi? Chissà, il mercato chiude lunedì e poi sarà solo campo. Meravigliosamente campo. Senza chiacchiericcio, senza gli agenti, senza le commissioni, senza la guerra a chi ha twittato un secondo prima o un secondo dopo. A noi piace il pallone che rotola. Il resto, fa volume.

Sette a quel fiore nato in mezzo al cemento di nome Stan, che sarebbe capace di donare pulsazioni calcistiche anche al più austero degli spettatori. Lobotka immagina ciò che sarà, come gli ambulanti che dopo la prima goccia di pioggia caduta in qualsiasi strada di Napoli sono già pronta vendere gli ombrelli. Zompetta sulla linea spazio tempo, facendo le consuete piroette, concedendosi qualche salto in avanti per vedere in anticipo ciò che accadrà in campo. Lui è il grande Orologiaio di Conte, il fabbricanti di chiavi che apre tutte le porte.

Otto al sacrifico fisico e mentale di Politano. Dal primo, all’ultimo pallone, coprendo quasi cento metri di campo senza mai destinare ad una fase meno attenzione dell’altra: difesa e attacco per lui sono parte del tutto, del suo tutto, del tutto per cui Conte lo tiene in campo e non vi rinunzia mai. Al minuto 93’ pareva un Toro Loco, sfinito, ma col un cuore così grande che potrebbe rivendicare il diritto di essere un provincia autonoma, ad attaccare l’area del Cagliari a testa bassa. La sua evoluzione è una storia bella da raccontare del calcio di oggi.

Nove ad Anguissa, che pare deciso a contendere al compagno McTominay il ruolo di MVP del campionato. Dominante col Sassuolo, provvidenziale col Cagliari con la zampata che riaffida ai tombini i miasmi di chi non vedeva l’ora di gridare: Catastrofe! Frank torna nel luogo del delitto con le stesse, inquietanti modalità: lo scorso anno con la zuccata decise allo scadere la pazza vittoria col Parma, ora infila la zampata che regala un bonus alla squadra di due settimane di sosta senza mugugni. Tirato a lucido come un bronzo di Riace, mentalmente sul pezzo come Harvey Specter in Suits. “Per questo dovrai essere tre passi avanti a lui, perché ti assicuro che lui sarà due passi avanti a te”. E Frank lo è.

Dieci ad un gol segnato al 95’: bello come Uma Thurman quando entra nel negozio giapponese di Hattori Hanzo e pronuncia un semplice “Konnichiwa”. La leggera imperfezione, l’asimmetria dei momenti e degli sguardi, l’inattesa esplosione di gioia quando tenevi già tra le mani le chiavi dell’auto e pregavi San Gennaro per non trovar traffico all’uscita Capodimonte. I gol allo scadere sono un grande amplificatore, racchiudono in se tutta l’attesa che sembrava esser stata tradita, fino a quel momento lì, fino a quando Zambo col piattone ha rivoluzionato la serata, il weekend, la sosta e gli umori di non sa bene quanti milioni di persone. Bisogna godere, anche delle impreviste sofferenze: ”Sono le curve a rendere incantevoli certe strade. Procedere sempre in linea retta mi fa venire sonno”.

Il racconto finisce sul campo, dove tutto va misurato e giudicato. Il Napoli vince allo scadere, incassa fiducia e riflette sulle rotazioni: ora tocca ai fatti confermare le impressioni delle prime due giornate.

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16 Settembre 2025 - 00:49 — Ultima alle 00:49
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