#HojlundLaSvolta: L’infortunio di Lukaku svela il nuovo cannoniere, mentre il Manchester United inciampa nei suoi errori
In un mondo del calcio dove gli infortuni sembrano sempre rivelare talenti nascosti, ci chiediamo se davvero servisse un guaio muscolare per tirar fuori dal cappello un bomber come Rasmus Hojlund. Questa storia è un’altra dimostrazione di quanto i grandi club amino pasticciare con i loro acquisti, sprecando milioni su promesse che poi tengono in panchina come soprammobili polverosi.
“Ma ci voleva l’incidente muscolare di Lukaku per scoprire il bomber del futuro?”. Se lo domanda un osservatore, mettendo in luce il debutto stellare di Hojlund, in un’analisi che smonta le strategie di mercato. “Nelle ore disperate di una affannosa ricerca di ricambi, con il campionato ancora da cominciare, il Napoli ha forse scavato nella sua memoria. Negli archivi, c’è una traccia. Un contatto per Rasmus Hojlund allora esposto nella vetrina dell’Atalanta, notizia del 24 giugno 2023 forse decisiva per spingere il Manchester United ad affrettarsi, bravo il club inglese nel chiudere subito l’affare, pessimo dopo nella gestione di un attaccante. Hojlund si è all’improvviso rivelato in tutto il suo splendore, è carico di talento e futuro, 23 anni a febbraio prossimo, verdissima età, altra nota positiva nell’analisi di un mercato che sembrava essersi chiuso con la precedente scelta di Lucca.”
Certo, è una follia tipica di questo sport: un club blasonato getta via una fortuna su un giocatore e poi lo tratta come se fosse un errore di casting. Parliamo di 75 milioni buttati al vento, con il Manchester United che ha dimostrato di non saper gestire neanche un attaccante promettente, finendo per affondare in una stagione da incubo.
“Storia di ordinaria follia nel calcio, quando la crisi di un club importante si inabissa in una stagione tempestosa trascinando giù anche uno dei suoi migliori elementi. Il Manchester United aveva speso 75 milioni per non credergli quasi più, bravo Giovanni Manna il direttore sportivo a non temere di replicare la scelta del suo collega Cristiano Giuntoli, ad aver superato tutti i dubbi della società condizionata dalla disastrosa annata della squadra britannica, esemplare la tenacia nell’aver tenuto viva la fiamma, mentre tutto congiurava verso un infelice esito”.
Alla fine, questa vicenda evidenzia come il calcio premi chi non molla, con figure dietro le quinte che dimostrano più fegato di intere dirigenze, lasciando i tifosi a chiedersi quanto altro talento si stia sprecando nei meandri di club presuntuosi.