Il silenzio assordante di De Bruyne: un affare da strapazzo o solo pausa caffè? #Calcio #DeBruyne #NapoliDramma
Nelle pieghe di una storia calcistica che puzza di vecchio, riecheggia un interrogativo provocatorio: “Ha parlato solo Conte, De Bruyne è sparito nel suo silenzio. Doveroso e amareggiato silenzio: il caso De Bruyne è davvero chiuso o ancora una volta riaperto?”. Questa frase cattura l’essenza di un episodio che ha lasciato tutti con l’amaro in bocca, senza un briciolo di chiarimenti.
Così, in un pezzo apparso su un quotidiano nazionale, si sottolinea come nessuno si sia dato da fare per spegnere le fiamme. “Nessuno si è preoccupato di evitare altre repliche. Non si è sentito il presidente nell’indecifrabile ruolo che si è dato. Tace ma vede. Non interviene ma osserva. Sopporta ma registra.” È un ritratto spietato di chi preferisce stare a guardare anziché agire, come se il caos fosse una strategia di marketing. Vidigal: “Nello Sporting c’è un talento che gli avversari stanno ignorando… e a loro rischio”
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Il presidente in questione non ha mosso un dito per contattare l’allenatore, nemmeno con un misero tentativo di pacificazione: “Aurelio De Laurentiis non raggiunge Conte neanche con una battuta edulcorante, un sorriso mirato, uno sbuffo di incenso. Artemio Franchi, il presidente che vinse il Mondiale 1982 senza giocare, avrebbe spinto De Bruyne, il giocatore più rappresentativo, alla conferenza tv di rito. Accanto all’allenatore. Non è rimasto certo insensibile se Conte risponde a brutto muso alla domanda sui malumori del primo campione del club, peraltro scelto dalla società ancora prima del dietrofront di Conte”. Qui, emerge un parallelo ironico con il passato, dove chi guida una squadra dovrebbe saper gestire i suoi asset migliori, invece di lasciare che il silenzio faccia da padrona. In fondo, nel mondo del calcio, dove i soldi parlano e i silenzi urlano, questa storia non fa che confermare che alcuni leader preferiscono registrare i disastri piuttosto che evitarli.