Il Napoli distrugge la Fiorentina: tripletta di gol e Conte che urla come un ossesso #NapoliVincente #SerieA #ConteShow
Il Napoli ha sfoderato una prestazione dominante a Firenze, siglando reti con De Bruyne, Hojlund e Beukema, e mantenendo il punteggio pieno sotto la guida di Conte. Senza pause, il Napoli ha dominato, con Conte che sembrava un venditore di elisir miracolosi, tipo Vanna Marchi con il sale, per quanto sbraitava ordini. La sua ossessività è uno spettacolo a sé, dove nessun dettaglio è marginale e ogni mossa è calcolata. In serate come queste, si riconoscono i futuri grandi, proprio come Julio Velasco con le emozioni umane. E tutto questo mentre allenava la Juve, come dicevano a fine maggio. Ah no?
Il gol subito? Un piccolo svarione di Milinkovic-Savic, che non vogliamo trasformare in una faida tra fazioni. Per il resto, l’ex Torino si è fatto valere, giocando palloni coi piedi e uscendo con grinta, come su quella parata su Piccoli nel finale. Una buona prova, indolore come una visita dalla suocera muta per sbaglio.
Due milioni di ingaggio e 35 milioni spesi: i contabili del calcio potrebbero ossessionarsi. Lucca è arrivato al Napoli come riserva, un specialista per certe situazioni, tipo nel basket. Non è un top player, quindi perché le aspettative lo sono? Lucca ha colpa dell’infortunio di Lukaku? Boh. Il Napoli domina a Firenze e i tifosi si fissano sui palloni persi da lui? “Ma questa è una giungla cazo!” (Cit.).
Tre partite che brillano come gemme. Anguissa è un tributo a Kobe Bryant in modalità Black Mamba, stordendo avversari con coperture, ripartenze e dribbling. Il suo assist per Beukema è quasi secondario rispetto alla sua onnipotenza. Migliore in campo, di nuovo.
Quattro centrocampisti che i criticoni volevano buttare via dopo il Cagliari, pronti a stravolgere tutto. Ma Conte ci ha messo mano, liberando De Bruyne e centrando Scott, e voilà, la magia torna. Il calcio vive negli spazi, non sui disegni.
Cinque mesi che sembrano un’eternità: qualcuno all’INPS può accelerare la pensione? De Bruyne, o De Burger come lo chiamano i suoi detrattori, svaria e illumina, colpendo il pallone come uno strumento musicale. Il suo rigore è un’eclissi, un momento di puro respiro trattenuto.
Sei gol subiti dalla Viola nelle ultime al Franchi, con Kean inghiottito in un buco spazio-temporale alla Interstellar, intrappolato nella tasca di Buongiorno. Alessandro è dominante, un campione sottovalutato. E sei sono i punti di vantaggio sull’Inter, intoccabili.
Sette a Spinazzola da Foligno, non un genio come Leonardo da Vinci, ma il suo assist è “L’Annunciazione” esposta agli Uffizi. Annuncia l’era Hojlund al Napoli, con l’esterno sinistro che è una garanzia. Meno male che era “finito” nell’estate 2024…
Otto al quoziente di Di Lorenzo, il calabrone che sfida le leggi e domina. Millimetrico negli inserimenti, eroico nelle scivolate che salvano gol. È il lubrificante della squadra, come nei versi dei Negramaro: “Che tutto finisca di colpo e nel niente, il futuro e il presente. Io ti prendo in disparte. Per te ho la cura”.
Nove a Hojlund, il vichingo con occhi di ghiaccio e scatti fulminei. Il suo gol è un ossimoro: velocità e tecnica, ricordando Higuain che smistava palloni come un bucato con ammorbidente. La notizia migliore? Ha convinto Conte a farlo titolare dopo due allenamenti, un colpo da lasciare senza fiato.
Dieci ai nuovi arrivati, tutti a segno: De Bruyne, Hojlund e Beukema. L’olandese esordisce da gigante, confermando l’investimento. Dieci anche ai cambi di Conte, anticipati e azzeccati, perché con la Champions in arrivo, ‘Un gatto che sogna di diventare un leone deve perdere l’appetito per i topi’. Il Napoli sta cambiando, e le rivali tremano.