Il Mercato del Napoli: Sogni Europei e Emozioni da Campo, ma con un Briciolo di Realismo Azzurro
Ah, amici partenopei, che emozione è seguire il calciomercato del Napoli! Come un vecchio cronista che ha visto di tutto sotto il Vesuvio – dalle notti magiche di Maradona alle delusioni cocenti di qualche estate fa – non posso fare a meno di tuffarmi in questo turbine di voci, trattative e sogni. Stavolta, la giornalista Vanessa Leonardi di Sky Sport ha acceso i microfoni di Radio Marte con un commento che sa di ottimismo contagioso, ma che, da tifoso lucido e critico come me, mi spinge a riflettere su quanto questo entusiasmo sia fondato o magari un po’ prematuro.
Leonardi dipinge un quadro ambizioso per il nostro amato Napoli, definendolo “da big europea”. E qui, permettetemi di dire, c’è del vero: con acquisti come i rinforzi in difesa e in attacco che stiamo vedendo – pensiamo a un Kvaratskhelia che ha già fatto scintille o a un possibile centrale solido per blindare la retroguardia – sembra che la società stia finalmente giocando d’anticipo. Ma, come ogni vero tifoso sa, il mercato non è solo un elenco di nomi su un taccuino: è una promessa da mantenere sul campo. Se dovesse mancare qualcosa, Leonardi suggerisce che “il mister se ne accorgerà anche nel corso del ritiro, in base a come vedrà la squadra in campo”. Ecco, qui mi permetto una nota di ironia: Spalletti, con il suo occhio clinico, è come un detective napoletano che scruta ogni dettaglio. Se in ritiro vedrà buchi a centrocampo o un attacco che non ingrana, spero che la dirigenza non si limiti a scrollare le spalle. Negli ultimi anni, abbiamo visto errori di valutazione – tipo quando abbiamo inseguito sogni irrealizzabili all’ultimo minuto – e non possiamo permettercelo se vogliamo sfidare le big come Juventus o Milan.
E poi, c’è quel tocco di romanticismo che Leonardi infonde nelle sue parole, e che come tifoso del Napoli non posso che apprezzare con un pizzico di passione irrefrenabile. Lei dice: “Il mercato del Napoli è da big europea. Se dovesse ancora mancare qualcosa, il mister se ne accorgerà anche nel corso del ritiro, in base a come vedrà la squadra in campo. De Bruyne in serie A? Io personalmente mi emoziono quando vedo giocatori come lui scegliere l’Italia e non l’Arabia Saudita. È vero che arrivano a fine carriera, ma anche lo stesso Modric penso che possa fare ancora la differenza. Quando è arrivato Ribery e lo avevi accanto a me a bordo campo non mi sembrava vero. È una forte emozione vedere dei fenomeni come loro vestire le maglie della serie A”.
Che emozione, vero? Immaginate De Bruyne, il mago belga con la visione di gioco di un pittore rinascimentale, che sceglie Napoli invece di qualche sceicco con il portafoglio gonfio. Io, da tifoso che ha urlato “Forza Napoli” fin dai tempi di Higuain, mi emoziono eccome: è come se vedessimo la Serie A tornare ad essere quel palcoscenico mondiale che era un decennio fa. Ribery al Napoli? Io c’ero, e vi giuro, vederlo sfrecciare sul prato verde era come assistere a un film di Fellini. Modric? Un veterano che potrebbe ancora fare la differenza, ma attenzione: questi campioni arrivano spesso a fine carriera, e il rischio è che lascino più ricordi che punti in classifica. Qui, però, mi sento di essere critico: se il Napoli vuole davvero competere per lo Scudetto, non basta emozionarsi con nomi altisonanti. Pensiamo a quanto abbiamo sofferto l’anno scorso con infortuni e cali di forma; la dirigenza deve essere più chirurgica, magari rinforzando il centrocampo con giocatori giovani e affidabili, non solo con fenomeni in fase calante. Altrimenti, rischiamo di ripetere l’errore di aver comprato talento senza il collante per farlo funzionare.
Personalmente, come un giornalista che vive il tifo con passione ma con gli occhi aperti, vedo questo mercato come un passo avanti, ma non come la panacea. Confrontiamolo con quello della Juventus, che spesso va sul sicuro con acquisti mirati: noi abbiamo l’entusiasmo, loro la solidità. Se De Laurentiis chiude trattative con intelligenza – e qui, ironia della sorte, se non arrivasse un regista vero, potremmo ritrovarci a fine agosto con un “che bel mercato, ma che brutta partita” – allora sì, potremmo sognare in grande. Ma ricordiamoci: il Napoli non è solo una squadra, è una fede. E come tale, merita riflessioni serie: siamo entusiasti, ma lucidi. Se Spalletti trova l’equilibrio in ritiro, potremmo rivedere notti europee da brividi. Altrimenti, prepariamoci a punture di ironia sui social: “Altro che big europea, siamo la squadra che fa mercato da soap opera”.
Forza Napoli, sempre! Ma con i piedi per terra, ché il calcio è bello proprio per questo: un mix di sogni e realtà. Che ne dite, tifosi? Dite la vostra nei commenti, discutiamone come si fa tra veri appassionati.