Quando il calcio si sporca di storia: il Sud Italia non è solo folklore, ma una migrazione epocale che nemmeno il Papa può ignorare #StoriaMeridionale #Emigrazione #CalcioENonSolo
Nel caleidoscopio del calcio italiano, non si parla quasi mai della radice storica che unisce popoli e tradizioni, eppure anche i grandi simboli religiosi come il Papa non sfuggono a questo legame profondo. Come ha spiegato un noto professore napoletano, "Anche il Papa è legato alla storia dell’emigrazione meridionale post-unitaria che portò le popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie ad emigrare". Insomma, la migrazione non riguarda solo numeri e geografia, ma entra dritta anche nel cuore delle persone e perfino nei vertici del Vaticano.
Questa affermazione sgombra il campo da quelle narrazioni semplicistiche e buoniste, ricordandoci che dietro la passione calcistica e la fede religiosa si celano storie di fatica, speranza e spostamenti di massa che hanno cambiato l’identità del Sud Italia e, di riflesso, del Paese tutto. Nell’epoca post-unitaria migliaia di persone hanno abbandonato le terre dell’ex Regno delle Due Sicilie, un fenomeno che non si è limitato a diventare mera statistica ma ha segnato profondamente la cultura popolare e le radici delle nuove generazioni.
Da qui si capisce quanto certi luoghi comuni e retoriche patriottarde siano ridicoli di fronte a fatti comprovati che coinvolgono addirittura figure universali come il Pontefice. Non è solo folklore o folclore – chiamatelo come volete – ma una realtà storica tangibile e ammorbata da tensioni sociali ignorate della classe dirigente nostrana. Meglio guardare in faccia la verità, la bellezza di queste storie sta proprio in questo intreccio di sport, religione e migrazione che pochi si azzardano a raccontare con sincerità.
In definitiva, ignorare che "Anche il Papa è legato alla storia dell’emigrazione meridionale post-unitaria" significa chiudere gli occhi dinanzi a una realtà che ancora oggi condiziona visioni e stereotipi sulle popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie, sia dentro che fuori dal terreno di gioco. Gli appassionati di calcio – e non solo – farebbero bene a ricordarselo ogni volta che si imbattono in racconti di orgoglio o discriminazione legati al Sud Italia.