Il calcio italiano si lega più stretto: contratti da 8 anni per i giocatori, una mossa che fa gridare al colpo di stato sul campo! #SerieA #CalcioItaliano #DecretoLegge
Sono giorni cruciali per la Serie A, con il Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera a un Decreto Legge destinato a scuotere le fondamenta del calcio italiano. Ora, le società professionistiche possono vincolare i loro atleti per un massimo di otto anni, allungando la corda da cinque a otto. Una novità che puzza di vecchio mondo, dove i club tengono stretti i loro talenti come ostaggi, senza troppi giri di parole.
La spinta a questo provvedimento era già nell’aria, e chi l’aveva fiutata per primo è stato il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Durante un incontro il 4 giugno a Palazzo Petrucci, lui aveva predicato la sua visione, chiamando in causa le storture del sistema. Ecco le sue parole, che non lasciano spazio a dubbi: "Io vengo preso per un visionario, però ho sempre visto quello che sarebbe accaduto. Proprio oggi dicevo, ma noi siamo come dei pugili suonati che continuiamo a salire sul ring senza renderci conto che stiamo morendo. Quando il calcio più importante del mondo perde 750 milioni di sterline ma si fa il Mondiale per Club, una Champions con più partite, non si diminuiscono le squadre di calcio e si va avanti…perché le istituzioni devono sopravvivere lasciando morti e feriti per strada. Bisogna avere le procure dei giocatori con dei limiti. I contratti devono essere portati a 8 anni in Italia. So che il Ministro dello Sport ha pronto un Decreto affinché questo avvenga".
Questa mossa, che promette di rivoluzionare il gioco in Italia, è un segnale chiaro: il calcio non è più solo sport, è business con le manette. Con contratti più lunghi, le squadre potrebbero blindare i loro asset, ma chissà se questo salverà i "pugili suonati" dal ring o solo rimandare il knockout finale. Il pallone rotola, e ora con più catene al piede.