De Laurentiis sul caso Kvaratskhelia: un procuratore da incubo e scelte forzate #Napoli #SerieA #CalcioBusiness
Aurelio De Laurentiis, il burbero presidente del Napoli, ha deciso di vuotare il sacco in un’intervista su 7, toccando il tema spinoso della cessione di Khvicha Kvaratskhelia. Con un misto di rammarico e frustrazione, ha spiegato come le pressioni esterne abbiano dettato le sue mosse, rivelando le dinamiche sporche del calciomercato.
“Ho dovuto darlo via, perché il suo procuratore minacciava di ricorrere all’articolo 17. Dopo la prima, formidabile stagione del georgiano ci siamo preoccupati subito di negoziare un rinnovo contrattuale, migliorando il suo stipendio e arrivando a offrirgli una cifra molto importante, perché era ovvio che il compenso limitato avrebbe attirato mezzo mondo pronto a fargli ponti d’oro. Mamuka Jugeli aveva altri progetti per sé e per il calciatore. Voleva strappare a un altro club un’altissima commissione per lui, oltre a uno stipendio a doppia cifra per Kvara. Alla fine del secondo anno contrattuale c’è stato l’Europeo in Germania. Manna, Chiavelli ed io siamo volati a Düsseldorf per risolvere la questione, ma Mamuka ha continuato a prendere tempo sostenendo che Giuntoli gli avesse promesso dei soldi che non erano stati corrisposti. Bugia, non è stato difficile appurarlo. Avrei dovuto venderlo allora, il Psg aveva offerto più di €200M per il pacchetto Kvara-Osimhen. Ma avevo promesso a Conte di trattenerlo e non me la sono sentita. Con quei fondi, l’idea era di acquistare Gyokeres”.
Alla fine, De Laurentiis ammette che la decisione di cedere Kvaratskhelia è stata dettata da una serie di giochetti dietro le quinte, dove i procuratori sembrano sempre un passo avanti, pronti a spremere ogni centesimo dal sistema. Una storia che evidenzia come il business del calcio spesso premi l’astuzia più del talento puro sul campo.