De Laurentiis rompe il silenzio su Kvaratskhelia e le frizioni con Conte: “Dovevo farlo!” #Napoli #SerieA #Calcio
In una recente intervista al magazine Sette, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha affrontato senza peli sulla lingua la questione legata a Khvicha Kvaratskhelia, non lesinando critiche a chi gira intorno al mondo del calcio. Con un tono diretto e un po’ cinico, tipico di chi sa come funzionano gli affari sporchi del pallone, De Laurentiis ha respinto le accuse di frizioni con l’allenatore, ammettendo però di aver dovuto fare scelte impopolari.
“Nessuna frizione. Dovevo farlo. Nessuno poteva sostituire Kvara alla pari, ma ci abbiamo provato: il Psv per esempio. non ci ha dato Noa Lang, per fortuna in estate si è convinto. Del resto se quello di gennaio viene chiamato mercato di riparazione, uno del livello di Kvara a metà stagione non te lo vendono. Detto questo, ero consapevole che Conte, concentrato sulla lotta per arrivare più in alto possibile, avrebbe faticato ad accettare l’operazione. Diciamo che ho scommesso sulla sua capacità di vincere ugualmente, ed è stata una buona puntata”.
Ma perché è arrivata la decisione di vendere Kvaratskhelia a gennaio? De Laurentiis non si è risparmiato nel dipingere un quadro spietato del business calcistico, puntando il dito contro agenti senza scrupoli che mettono i soldi davanti al gioco. Secondo il presidente, la mossa è stata forzata da pressioni esterne, con dettagli che rivelano come il calcio sia spesso un circo di promesse rotte e minacce.
“Perché il suo procuratore minacciava di ricorrere all’articolo 17 del regolamento Fifa. La storia va spiegata. Dopo la prima, formidabile stagione ci siamo preoccupati subito di negoziare un rinnovo contrattuale, migliorando il suo stipendio e arrivando a offrirgli una cifra molto importante, perché era ovvio che il compenso limitato avrebbe attirato mezzo mondo pronto a fargli ponti d’oro. Ma il suo procuratore, Mamuka Jugeli, aveva altri progetti per sé e per il calciatore. Vo leva strappare a un altro club un’altissima commissione per lui, oltre a uno stipendio a doppia cifra per Kvara. Alla fine del secondo anno contrattuale c’è stato l’Europeo in Germania. Manna, Chiavelli ed io siamo volati a Düsseldorf per risolvere la questione, ma Mamuka ha continuato a prendere tempo sostenendo che Giuntoli gli avesse promesso dei soldi che non erano stati corrisposti. Bugia, non è stato difficile appurarlo. Avrei dovuto venderlo allora, il Psg aveva offerto più di 200mln per il pacchetto Kvara-Osimhen. Ma avevo promesso a Conte di trattenerlo e non me la sono sentita”.
Alla fine, la vicenda di Kvaratskhelia evidenzia come il calcio di alto livello sia un misto di strategie audaci e rischi calcolati, con presidenti come De Laurentiis che giocano a carte scoperte, anche se significa sfidare le convenzioni. In un mondo dove gli agenti dettano legge e i milioni volano, questa intervista non fa che confermare che nel business del pallone, non ci sono santi.