Roberto De Zerbi, ex allenatore del Sassuolo ed ora in carica allo Shaktar Donetsk, parla da un hotel della città dell’atmosfera che si vive in Ucraina e dell’invasione militare della Russia.
“Stiamo bene, ma la situazione è precipitata da questa mattina. Siamo stati svegliati tra le 4 e le 5 dalle esplosioni – ha spiegato il tecnico ex Sassuolo a Sky Sport 24 -. Fino a ieri ci dicevano che il campionato sarebbe ripartito, ma così non è stato. Siamo costantemente in contatto con le nostre ambasciate per capire il da farsi, loro ci stanno dando grande sostegno e vicinanza”.
“Il nostro obiettivo era giocare a calcio, non siamo qui per fare gli eroi – insiste -. Rifarei la stessa scelta, ma ora stiamo cercando un modo per andare via. Paura? Penso alla mia famiglia che è a Brescia e ai miei giocatori, che mi vedono come quello più grande che dovrebbe tutelarli. Nemmeno io so cosa dirgli”.
“Andarsene prima? Fino a ieri sera il campionato doveva proseguire, sabato avremmo dovuto giocare a Kharkiv, a 30 km dalla Russia – continua De Zerbi -. C’era preoccupazione, certo, ma non ce la sentivamo di abbandonare tutto. Dovevamo farci sentire di più con la Federcalcio locale: hanno chiaramente sottovalutato le parole di Putin”.
“Soluzioni? In auto è impossibile, ci sono 5 milioni di persone in viaggio verso la Polonia – conclude -. A noi piacerebbe andar via quando anche gli altri saranno nelle condizioni di farlo, non è la gara a chi si mette in salvo prima”.