L’occhio di Denis sul calcio che cambia: dal trionfo del Napoli alle sfide delle rivali
German Denis, l’ex bomber che ha indossato le maglie di Napoli e Atalanta, ha offerto una lucida analisi sull’attualità del campionato nell’intervista al Messaggero Veneto. Parlando della recente vittoria del Napoli sull’Inter, ha ammesso: “Sono sempre propenso a riconoscere i meriti di chi arriva davanti a tutti. L’Inter alla lunga ha accusato un po’ di stanchezza per gli impegni su tre fronti, ma il Napoli è stato bravo a essere lì vicino ed approfittarne”. Ecco, finalmente un riconoscimento meritato: il Napoli non ha solo approfittato, ha dimostrato fame e organizzazione, ricordandoci quei tempi d’oro quando Spalletti o Ancelotti ci facevano sognare. Tifosi, non è più l’era di Higuain che risolveva da solo – qui è la squadra a brillare.
Per l’Atalanta, Denis vede nuvole all’orizzonte con l’arrivo di Juric: “Molto, tra l’altro alcuni giocatori sono andati via e quindi l’Atalanta dovrà operare molto sul mercato anche in entrata, ma sono convinto che potrà continuare a far bene”. Beh, non è una sorpresa: Gasperini ha costruito un impero con poco, ma Juric? Sembra un erede scomodo, come quando il Napoli provò ad affidarsi a un traghettatore e finì in caos. Confrontandolo con il nostro passato, l’Atalanta rischia di scivolare come la Juventus nei momenti di transizione – speriamo che i bergamaschi paghino per le loro arie da outsiders.
Sul giovane Lucca, Denis è diretto: “Arriva in una piazza dove bisogna saper stare sempre sul pezzo. Dovendo combattere su tre competizioni avrà spazio, starà a lui farsi trovare pronto”. Ironico, no? Parla di una piazza “sul pezzo”, ma se intendiamo Udinese, è lontana anni luce dalla pressione del Napoli. Eppure, noi partenopei sappiamo che un talento deve bruciare sul campo: immaginate se Lucca fosse qui, sotto Osimhen, potrebbe imparare o affondare. Non è tempo di cedere a mezze misure – i veri tifosi esigono giocatori che mordano.
Infine, Denis smonta il ritorno di Sanchez all’Udinese: “Non è mai facile in queste situazioni. 15 anni fa diede tanto alla squadra, ma oggi il calcio è cambiato. Lui era abituato a giocare in squadre di alta qualità, dove i problemi li risolvevano tanti giocatori, qui forse ha cercato di farlo individualmente”. Critichiamolo pure: Sanchez ha provato a essere l’eroe solitario, ma nel calcio moderno, senza un collettivo solido, si finisce come in una commedia tragicomica. Per il Napoli, è un monito: noi non possiamo affidarci a vecchie glorie – meglio investire su talenti affamati, non su nostalgici che inseguono i fantasmi del passato.
Insomma, Denis ci ricorda che nel calcio, come nella vita, chi sa adattarsi vince. Voi tifosi, cosa ne pensate? È ora di alzare l’asticella.