Il Napoli è pronto per un ritiro da leoni a Dimaro Folgarida, con lo scudetto che sventola ovunque e slogan come #ProudToBeNapoli e #AG4IN a fare da sfondo. Che la stagione parta con un po’ di sudore e magari qualche imprecazione sul campo!
Tutto è sistemato nella pittoresca Dimaro Folgarida per il quattordicesimo ritiro del Napoli, che celebra il quarto scudetto della storia del club del presidente Aurelio De Laurentiis – il secondo qui in Val di Sole. Lo scudetto tricolore è ovunque: sui tabelloni e sulle bandiere blu, a ricordare ai tifosi che non è solo un trofeo, ma un simbolo che i partenopei sventolano con orgoglio, anche se qualcuno potrebbe dire che è solo un pretesto per un’altra estate di chiacchiere da bar.
In questo inizio di avventura, Antonio Conte ha affrontato il suo primo giorno a Castel Volturno come “il suo primo giorno di scuola”, ispirandosi a un post di Kevin De Bruyne dopo i test medici e atletici. È un modo un po’ nostalgico per un duro come lui di buttarsi nella mischia, senza troppi fronzoli, perché nel calcio di oggi, pure i big si mettono a citare social per sembrare più “umani”.
Tra le novità, c’è il nuovo acquisto Noa Lang, prelevato dal PSV Eindhoven, la stessa società olandese che nel 2013 portò Dries Mertens. E indovinate un po’? Entrambi debutteranno con la maglia azzurra proprio a Dimaro, un legame che fa quasi pensare a un club che ricicla talenti dall’Olanda come se fosse un mercatino dell’usato – ma hey, se funziona, chi se ne frega delle mode.
Il Napoli lascia oggi il centro sportivo di Castel Volturno e domani pomeriggio sposterà gli allenamenti a Carciato, dove troverà un campo da 60×30 metri per il lavoro differenziato, una palestra appena inaugurata e la tribuna Meledrio da 900 posti, che porta la capienza totale dell’impianto della SKI.IT Arena a 2.200 posti. Sarà un ritiro all’insegna dell’“Amma fatica”, con sedute doppie ogni giorno, tranne martedì 22 e sabato 26, quando il Napoli giocherà le amichevoli contro Arezzo e Catanzaro – ma comunque si allenerà al mattino, perché nel calcio vero, le pause sono solo per i deboli.