Il presidente Empoli critica il calcio italiano: troppi favoritismi agli stranieri? #Empoli #Fiorentina #Calcio
Il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, ha parlato a Radio FirenzeViola, non risparmiando bordate sul modo in cui il calcio tratta i talenti italiani rispetto agli stranieri. Con un tono che sa di vecchio leone del pallone, Corsi elogia i giocatori passati dalla sua squadra alla Fiorentina, sottolineando come alcuni di loro siano sottovalutati solo perché non portano il passaporto giusto.
Tra i nomi discussi, Roberto Piccoli spicca per le sue doti atletiche. “Piccoli è un giocatore importante ma soprattutto un atleta fuori categoria. Negli allenamenti normali quando giocava da noi, non andava mai in fatica: bisognava sempre fargli fare lavoro in più, aveva un motore davvero importante. È un ragazzo esemplare e ha dimostrato qualcosa ogni anno, sostenuto da una grande forza di volontà: è destinato a fare quel che fanno i centravanti più importanti”.
Corsi poi si scaglia contro il sistema, lodando la Fiorentina per il suo focus sui giocatori italiani ma criticando apertamente le ingiustizie nel mercato. “Innanzitutto complimenti alla Fiorentina e alle squadre che prestano attenzione ai nostri giocatori.
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Parlando di Jacopo Fazzini, Corsi ne analizza le qualità e i ritardi nella maturazione. “Ha delle doti che sta tirando fuori da un anno, purtroppo la scorsa stagione venne fuori troppo tardi per farci salvare. Il problema di Jacopo era la maturazione: doveva convincersi di essere un giocatore forte. È un peccato sia maturato così tardi e non solo per noi, poteva sbocciare prima anche per se stesso”.
Sul fronte del mercato, Corsi ammette che la cessione di Fazzini è stata complicata. “Per noi è stata una pagina dolorosa, farei a meno di parlarne: a metà anno l’avevamo venduto al Napoli mentre lui voleva andare alla Lazio, poi si fece male nel riscaldamento dell’ultima partita di gennaio e l’affare saltò”.
In sintesi, le parole di Corsi rivelano un mondo calcistico dove i talenti italiani lottano per emergere, schiacciati da favoritismi che non aiutano il gioco in Italia – un richiamo che, detto così, suona come una sveglia un po’ rude per tutti gli addetti ai lavori.