Play out infuocati, tensioni alle stelle: chi spera ancora crede ai miracoli, ma la realtà è un’altra #calcio #playout #serieC #sport
La finale play out si tinge di polemica e amarezza. Paolo Esposito non le manda a dire e mette subito le cose in chiaro sulla delicata situazione che si sta vivendo. "Inutile poi aggrapparsi agli specchi con un ricorso al Tar del Lazio, perché non ci saranno più vergognosi e antisportivi ripescaggi", una frase che pesa come un macigno, smascherando ogni tentativo di forzare la mano.
Questa presa di posizione arriva in un momento cruciale, con squadre che si giocano il futuro tra speranze e tensioni. Non è più tempo di illusioni o di escamotage legali: quel che conta è il campo. Il ricorso legale, che apparentemente potrebbe rappresentare una spiaggia di salvezza, viene bocciato con fermezza, lasciando immutata la linea dura nei confronti di chi è stato considerato troppo furbo o fuori dalle regole.
L’adagio “il campo parla” mai come oggi appare naturale e necessario. Per chi pensa ancora a scorciatoie o espedienti, Esposito risponde con forza, chiarendo che non si tornerà più indietro a quelle pagine nere dello sport, fatte di ripescaggi che avevano gettato ombre pesanti su una competizione che dovrebbe essere soprattutto pulita e meritocratica.
La partita è quindi più che mai spietata: chi ha sbagliato ora deve pagare senza scuse, senza appigli legali. Gli spiragli si restringono e la tensione sale, nonostante ci siano ancora tanti a sperare in qualche miracolo o colpo di scena. Ma stavolta, almeno a parole, si vuole voltare pagina senza più guardare indietro.