Ex coach di Ambrosino: “È solo l’inizio di una carriera da fenomeno” – Non sottovalutate i talenti grezzi! #Napoli #CalcioGiovani #FuturoStelle
In una recente trasmissione come “Bordocampo – I Tempo” su Radio Capri, ha parlato l’ex allenatore di Giuseppe Ambrosino durante la sua esperienza nella Primavera del Napoli, Emmanuel Cascione. Lui non ci va leggero nel sostenere le qualità del giovane, definendolo un potenziale big nonostante qualche difetto di mentalità che fa tanto ridere i puristi del calcio.
“Per me era solo questione di tempo, sono convinto che al di là dell’esordio ha un futuro importante proprio in questa categoria. Credo sia solo l’inizio di una carriera importante. Giuseppe tra l’altro ha una storia particolare con me”. Cascione ricorda come Ambrosino non fosse esattamente il favorito all’inizio, ma lui ha visto qualcosa di grezzo e spigoloso che gli altri ignoravano, tipo un diamante da lucidare con un po’ di sana fatica.
“Quando arrivai sulla panchina della Primavera del Napoli la decisione era di farlo partire, non era così apprezzato, io mi opposi perché vedevo delle doti particolari anche se c’era ancora da lavorare, specialmente dal punto di vista della mentalità. Ma ha delle caratteristiche importanti, è un giocatore bravo tecnicamente, potente, vede la porta, è scalto, furbo, gli serviva magari un po’ di condizione fisica e resistenza durante la partita”. Insomma, un tipo furbo come pochi, che sa essere scalto in campo – un pregio che nel calcio di oggi vale oro, anche se qualcuno lo confonde con l’essere un po’ troppo “sfrontato”.
“Con me ha fatto bene, ancora meglio l’anno dopo, poi cominciano i prestiti e non è mai facile: ora giocando in una squadra come Napoli può solo crescere. Ora è chiamato ad un ulteriore step, magari non da protagonista, ma occhi che c’è un allenatore davanti che non guarda il nome sulla maglia, guarda i fatti, e questo è un valore aggiunto anche per Giuseppe. Al suo posto io resterei, anche giocare un po’ di meno ma imparare di più, le cose più belle partono dalla sofferenza”. Cascione non si tira indietro dal dire che i prestiti sono una roba da duro, e che per Ambrosino è meglio sudare in panchina a Napoli piuttosto che saltare da una squadra all’altra – un consiglio spiccio, come se dicesse: “Soffri e cresci, non fare la diva”.
“Pensate che un giorno il direttore Giuntoli mi chiamò in sede, era l’inizio del campionato. Lui mi chiese chi della Primavera potesse fare più carriera. In quel momento si parlava molto di Cioffi, D’Agostino, Vergara…io gli dissi Ambrosino e lui rimase un po’ così, io gli risposi che sarebbe diventato un calciatore, direi di non essermi sbagliato”. Alla fine, Cascione si vanta un po’ del suo fiuto, avendo scommesso su Ambrosino quando gli altri parlavano d’altro – una mossa che ora sembra geniale, e chissenefrega se all’epoca gli hanno fatto gli occhi storti. Questo è il calcio: intuizioni da sbruffone che pagano.