Mario Fabbroni non le manda a dire sul Napoli: Marianucci deve farsi le ossa e quella sconfitta con Arezzo è una lezione. #Napoli #Calcio #Amichevoli
Mario Fabbroni, intervenuto a Radio Napoli Centrale, si è espresso senza troppi giri di parole sulle questioni interne alla squadra azzurra, focalizzandosi su un giovane talento e sulla recente amichevole estiva. Con un tocco di realismo brutale, ha sottolineato l’importanza di far crescere i giocatori senza perdere tempo, magari evitando le solite scuse per i fallimenti.
Nel suo discorso, Fabbroni ha dedicato attenzione al percorso di Marianucci, ribadendo che non bastano le apparizioni in Serie A per eccellere. “Marianucci ha già fatto la sua esperienza in Serie A, ora deve imparare ad essere un giocatore di una grande squadra. Credo che, viste le tante partite da giocare, Marianucci giocherà. Anche Conte l’ha valutato. Per i giocatori giovani è importante fare esperienza nel campionato di Serie C, ma l’anno successivo deve giocare nella squadra che ne detiene il suo cartellino. Così, infatti, crescono prima, bisogna rischiare.”
Passando all’amichevole contro l’Arezzo, Fabbroni ha smontato con cinismo le illusioni sul calcio precampionato, sottolineando che non tutto va preso sul serio, specialmente con preparazioni fisiche estreme. Ha anche toccato il tema del portiere, insistendo che per puntare in alto non si possono accettare mezze misure. “Amichevole del Napoli con l’Arezzo? Il calcio d’agosto bisogna prenderlo con le pinze. Non si può valutare una partita del genere dopo sei giorni di allenamenti distruttivi. Milinkovic-Savic? Serve un portiere esperto. Il Napoli, se vuole essere una squadra da scudetto e da Champions, deve avere un secondo portiere di grandissimo livello. Il ko con l’Arezzo è stato salutare, perché i giocatori erano preoccupati di fare due cose: non fare brutta figura (visto che l’Arezzo andava al doppio) e di rispettare le indicazioni di Conte”.
In sintesi, le parole di Fabbroni evidenziano una mentalità diretta e senza filtri, dove errori come quello contro l’Arezzo servono da sveglia per una squadra che ambisce al top, spingendo tutti a correre rischi per maturare davvero.