L’eterno amore di Ferlaino per il Napoli: un mito che non invecchia
Corrado Ferlaino, il presidente che ha segnato un’era azzurra, ha aperto il cuore in un’intervista a Il Mattino. Da tifoso puro, ricorda: “Avevo quattro anni e andavo allo stadio dedicato appunto ad Ascarelli con mio padre… Ho dato tanto. Le storie si aprono e si chiudono. Gioisco per le vittorie. E sono state tante e importanti: questo Napoli sta benissimo”.
Che emozione, vero? Io, da napoletano doc, capisco quel legame infantile con lo stadio. Ferlaino non ha solo amministrato il club, l’ha vissuto. Eppure, oggi, guardando gli scudetti recenti, mi chiedo: basterà questo affetto per affrontare le sfide future? Il Napoli merita di più che ricordi, serve concretezza.
Sul paragone con i top club del nord, Ferlaino è tranchant: “Ma è già su quel livello. Anzi, lo colloco al di sopra di Juve, Inter e Milan… Il Napoli è un club importante che merita, in Italia e all’estero, la massima considerazione”. Oh, finalmente qualcuno lo dice! Io ci sto, ma ironizziamo: se escludiamo quel decimo posto disastroso, siamo lì, ma contro le milanesi serve più fame, non solo parole.
E la Champions? Ferlaino ammette: “Io ho vinto la Coppa Uefa e allora, negli anni Ottanta, valeva quanto la Champions… Certo, sarebbe un bel regalo per il centenario vincere la Champions”. Giusto, quella Coppa Uefa fu epica, ma ora il trofeo è un miraggio tangibile.
Per chiudere, il suo omaggio a Maradona è da brividi: “Molti pregi e pochi difetti. Io l’ho amato tanto come tifoso… A lui non si poteva chiedere continuità: i geni sono discontinui e Maradona era un genio”. Diego, il nostro re, era discontinuo sì, ma oggi ai tifosi serve un mix: genio e affidabilità. Discutiamone, azzurri: siamo pronti per un nuovo ciclo?