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#InizioCampionato #Inter — Chivu alla vigilia: mercato, eredità del Triplete e la mentalità che non ammette scuse. Parole chiare e nessun giro di parole, tra giovani in rampa di lancio e la Curva che ancora non c’è.

Alla vigilia dell’esordio in campionato il tecnico dell’Inter, Cristian Chivu, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match contro il Torino.

Sul lavoro nel precampionato Chivu non nasconde soddisfazione e chiarezza: “Abbiamo lavorato bene, con una preparazione breve ed intensa. I giocatori si sono messi a disposizione e hanno lavorato sodo. Siamo un cantiere aperto e vogliamo sempre migliorare sia individualmente che a livello collettivo”.

Sul mercato il discorso è stringato e pragmatico: “Il mercato è sempre stato mirato e avevamo qualche nome ma alcune società con diritto hanno scelto di non vendere. Come succede a noi. Siamo stati coerenti con la linea societaria scegliendo giocatori giovani e importanti e pronti per giocare nell’Inter”.

A proposito delle gerarchie nel campionato e dei favori del pronostico, Chivu cita la logica dei conti di mercato: “Io do ragione ad Allegri quando dice che il vincitore del campionato parte favorito. Anche a giudicare da quello che hanno speso sul mercato”.

Sul desiderio di trasmettere qualcosa della squadra vincente del 2010 emergono riferimenti al carattere e alla gestione dei momenti: “Un po’ il carattere e lo spirito, facendo capire i momenti della stagione gestendo tutto. Sia i momenti belli che meno belli. Parlando dell’Inter del 2010 per esempio c’è stata Kiev in cui eravamo quasi eliminati. Bisogna gestire i momenti della stagione e arrivare in fondo cercando di capire a che punto sei”.

Chivu commenta anche la complicazione di un mercato che resta aperto a stagione in corso: “Quello che pensiamo noi allenatori conta poco perchè sono regole dell’Uefa e della Fifa. Tutti vogliamo essere sereni e avere le cose a posto, ma bisogna anche gestire questi momenti con i pensieri del calciatori. Non possiamo decidere noi. Sarebbe meglio iniziare la stagione avendo chiaro il futuro della rosa ma fa parte del gioco anche questo”.

Sull’aspetto più delicato di questo avvio di stagione la risposta è chiara sulla mentalità: “Abbiamo lavorato bene e quando tu sei onesto con il lavoro che hai fatto sotto tutti i punti di vista non devi temere niente. Si cerca sempre di dare il meglio per raggiungere gli obiettivi. La mentalità è importante e quando hai un obiettivo da raggiungere e ne sei consapevole direi che la prima partita è sempre quella più importante”.

Dal punto di vista personale Chivu esprime orgoglio e serenità: “Sono orgoglioso di essere l’allenatore dell’Inter. Sono sereno e ho imparato che quando spendi il tempo per crescere le cose sono semplici. Non vedevo l’ora che iniziasse il campionato. Tutti preferiamo giocare. Siamo contenti di iniziare e siamo sereni e motivati. Il campo ci farà vedere come siamo messi”.

Sulla possibilità di altri acquisti la linea societaria è ribadita: “Con la società abbiamo una linea coerente e sono contento di quello che ho. Abbiamo una linea che stiamo seguendo con ragazzi giovani che fanno crescere il valore della rosa. Sappiamo che con i giovani serve pazienza ma in questo contesto inserire un giovane è più facile. C’è anche il lavoro della società per farli crescere”.

Sul Torino, nuovo allenatore ma struttura simile, la previsione è di rispetto e attenzione: “Ha cambiato l’allenatore e la struttura è rimasta la stessa. C’è l’incognita sempre del nuovo allenatore ma conoscendo Baroni, che stimo molto, mi aspetto un Torino che verrà a giocare la sua partita. Sulla carta not hanno niente da perdere ed è una squadra strutturata e in salute”.

Alla domanda sulla propria identità calcistica e sul percorso in Italia, la risposta ripercorre esperienze e idee: “Sono arrivato in Italia nel 2003 e sono maturato in Italia senza dimenticare comunque il passato all’Ajax con tutte le sue metodologie. Non voglio denigrare nessuna cultura, ci sono mille sfumature di calcio e bisogna percepirle. Anche all’estero apprezzano quello che facciamo noi ma non esiste una regola. Ci sono idee e principi e anche la sensibilità dell’allenatore. Il calcio è un arte, ci vuole un po’ di tutto. Qui forse siamo un po’ schiavi dei risultati. Stavo pensando al PSG che l’hanno scorso ha giocato i playoff. Non esiste la regola ma esiste il tempo. Purtroppo o per fortuna nell’Inter il tempo non esiste e bisogna partire forte già domani.”

Chivu infine tocca il tema del tifo assente nelle curve e lancia un auspicio: “Spero che ai giocatori non tocchi questa cosa e spero che la situazione si risolva il prima possibile. La squadra ha bisogno di essere sostenuta e spero che avremo di nuovo tutto lo stadio con noi”.

Sulla scelta finale di alcuni obiettivi di mercato la chiosa è netta: “Io voglio qualità e non quantità. Alcuni giocatori di qualità non li abbiamo presi non per colpa nostra. I giocatori arrivati possono alzare il livello della squadra”.

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1 Settembre 2025 - 11:46 — Ultima alle 11:46
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