giovedì, Settembre 19, 2024
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Gallo: “Sono andato in analisi a causa di mio padre Nunzio. Mi raccontava di Totò e Anna Magnani e una volta di Eduardo…”

Massimiliano Gallo, noto e amato attore napoletano, ha recentemente concesso un’intervista al Corriere della Sera in cui ha rievocato ricordi emozionanti legati al padre, il famoso Nunzio Gallo. Le sue parole hanno svelato aspetti intimi del suo percorso artistico e familiare, delineando una storia ricca di emozioni e di aneddoti significativi.

Un legame profondo con la famiglia e l’arte

Gallo ha raccontato di aver sempre saputo che avrebbe fatto l’attore, complice una tradizione familiare che lo vedeva già da bambino salire sul palcoscenico accanto al padre. Ha ricordato con affetto un’esperienza televisiva per la Rai, dove interpretava il figlio di Pulcinella, e come il compenso ricevuto, in buoni libro, gli permise di acquistare un atlante: “A 10 anni facevo il figlio di Pulcinella e poi una specie di telefilm per la Rai, che all’epoca pagava i minori con dei buoni libro, ricordo che mi comprai l’Atlante. Con papà lavorai in una Cantata dei pastori sulla nascita di Gesù”.

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Riflettendo su Nunzio Gallo e sui suoi ultimi anni

L’intervista ha rivelato momenti struggenti legati agli ultimi anni di vita di suo padre, durante i quali Massimiliano ha dovuto confrontarsi con la fragilità umana di chi era stato ai suoi occhi un vero e proprio supereroe: “Tu non puoi accettare che i supereroi invecchino. Negli ultimi suoi anni lo vedevo rintronato davanti alla tv. Com’è possibile che sia la stessa persona, mi chiedevo. Cominciai a trattarlo con sufficienza, gli rispondevo male senza accorgermene”. Gallo ha ammesso che questa difficile accettazione lo portò ad andare in analisi, mettendo in luce un percorso di auto-riflessione simile a quello di Alessandro Gassman.

Una delle più toccanti rivelazioni riguarda il rapporto professionale tra Nunzio Gallo ed Eduardo De Filippo. Massimiliano ha raccontato della collaborazione tra i due durante la realizzazione di “Bene mio e core mio”, l’ultima regia di Eduardo, che morì nel 1984: “Papà lo chiamava commendatore, Eduardo chiamava mio padre maestro, forse perché si era diplomato al Conservatorio. Si davano del voi. Si incontrarono a casa di Eduardo. Quando la cameriera portò il caffè Eduardo disse una battuta del copione, papà rispose con la battuta seguente. Alla fine si congedarono. Papà disse: ma il provino? L’avete già fatto, rispose Eduardo, gli occhi guizzanti, il sopracciglio arcuato dove si condensava tutto il Sud”.

L’intervista di Massimiliano Gallo al Corriere della Sera offre quindi un commovente spaccato della sua vita personale e professionale, intrecciata indissolubilmente con quella del padre e con una carriera vissuta tra grandi nomi del teatro e del cinema italiano.

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