“La mia storia con l’Atalanta è meravigliosa e spero che duri ancora a lungo: mi auguravo che durasse così tanto, considerando i grandi risultati. Sono tra i più longevi in Italia, agevolato da aver trovato un vero e proprio ambiente consolidato. S’invecchia, ma non lo spirito. 500 punti sono tanti in una società che in 116 anni era raro superare 50 punti”. Lo dice l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini al microfoni di Radio Serie A, su Rds.
“Appena arrivato nel 2016 c’erano un sacco di giovani che non giocavano: Caldara, Gagliardini, Bastoni, Kessié – ricorda il 65enne tecnico di Grugliasco -. Dopo c’è stata l’evoluzione, uno come Toloi per esempio è rimasto per tanto tempo, dico De Roon che anche lui è una bandiera. Il momento più alto? Con il PSG sicuramente dove eravamo a due minuti dalla semifinale di Champions”.
Gasperini torna poi a parlare di Josip Ilicic e del ‘Papu’ Gomez: “Josip si è ammalato qui. Ha cominciato ad avere i sintomi, e poi da lì si è completamente isolato. Nonostante la depressione noi gli siamo sempre stati vicini. Prima della gara contro il PSG sono andato a trovarlo nella clinica aveva perso 12 chili l’avevo addirittura sollevato come un manichino. Papu? Dispiace per quello che gli è successo nonostante nel doping bisogna avere dei controlli severi però può capitare anche in maniera involontaria. Lui a Bergamo è andato via senza salutare non per colpa sua, spero possa riaccadere così da salutare tutta la sua gente”.
Infine replica alle accuse di essere un dittatore. “Una roba abbastanza mediatica, si raccontano le cose in una maniera inesatta. Manca molto la comunicazione: ormai dai social fino alla tv è tutto rumore e poca sostanza. Io non voglio cose seriose, bensì onestà intellettuale”.