Billy Gilmour del Napoli: so
Novellino avverte: Napoli è la squadra top, ma la Roma potrebbe rovinare tutto!
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Ibrahimovic difende l’esultanza “selvaggia” di Modric: “È pura passione, non teatrino!”
Cassani avverte: “Non solo il solito Napoli, tre rivali pronti per lo Scudetto”
gni scozzesi e panchina amara
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Billy Gilmour, il centrocampista del Napoli, ha aperto il cuore in un’intervista al Daily Mail, toccando argomenti che scaldano gli animi dei tifosi, come la caccia della Scozia ai Mondiali. Niente giri di parole, solo la cruda verità da un giocatore che sa cosa significa lottare per un posto, anche se la sua nazionale non è esattamente una potenza da urlo.
Andare al Mondiale varrebbe più della vittoria dello Scudetto? “Beh, il primato della Serie A è qualcosa di speciale, davvero. Ma giocare un Mondiale è il sogno di ogni bambino scozzese. Tutti quelli che crescono giocando e guardando la Scozia sanno che è l’evento più grande che ci sia. Se ci riuscissimo, sarebbe un momento di enorme orgoglio per me e per la mia famiglia. Da piccolo andavo al parco e dicevamo che stavamo giocando la “World Cuppy”, doppi o singoli, come se fossimo ai Mondiali. È quello che sogni: giocare per il tuo paese, in Champions League o ai Mondiali. Mancano tre partite e speriamo davvero di riuscire a centrare l’obiettivo”.
Sull’esclusione dall’undici titolare con la Scozia, Gilmour non si è certo fatto scrupoli a mostrare un po’ di quel fuoco interiore che i britannici a volte nascondono sotto un finto fair play. “Non è mai bello stare in panchina, a nessuno piace. Contro la Grecia non è stato il massimo, ma fa parte del gioco. Siamo una squadra, e quando vieni chiamato devi essere pronto. Devo dimostrare, ogni volta che entro, che merito di giocare dall’inizio. Vale per tutti. È normale essere un po’ delusi quando scopri che parti fuori, ma poi ci pensi, ti rimetti in carreggiata e in allenamento aiuti i titolari a prepararsi al meglio. Devi essere totalmente dentro al gruppo. Non serve lamentarsi o cercare scuse: siamo un gruppo unito. Però, quando entro, voglio far vedere al mister che ha sbagliato a lasciarmi fuori. Bisogna avere una mentalità positiva e provare a fargli cambiare idea”.
In sintesi, Gilmour non solo difende i suoi sogni nazionali con un’irriverenza tipica dei calciatori che non hanno paura di parlare chiaro, ma anche dimostra che la fame di un posto da titolare è universale, che si tratti di Napoli o di una selezione scozzese in bilico. Una lezione su ambizione e realismo nel calcio moderno.