Pierluigi Gollini, estremo difensore del Napoli, ha rilasciato un’ampia intervista in cui ha svelato un aspetto differente di se stesso, collegato alla musica.
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Pierluigi Gollini, portiere del Napoli, ha concesso una lunga intervista attraverso i canali ufficiali del club azzurro, svelando un’altro lato di sé collegato alla musica: “È stato tutto molto spontaneo. Quando ero in provincia di Ferrara, insieme agli amici ascoltavamo molto rap e hip-hop. Alle medie è emersa la fenomenologia rappresentata da Fabri Fibra, Club Dogo, poi Mondo Marcio, e tutto ciò mi affascinava enormemente. Negli Stati Uniti c’erano artisti come Eminem e 50 Cent, ed era uscito il film 8 Mile. Inoltre, c’erano anche i walkman, e dai primi CD ho ascoltato tutti questi generi musicali”.
Sei stato influenzato da quel sound, ma ascoltavi anche altri generi musicali?
“Avevo una grande passione per la musica house, specialmente quella ascoltata in giovane età. Non sono mai stato un grande fan della musica commerciale. Attualmente mi piace molto il blues e il jazz. Non sono un appassionato dell’hardcore rock. Durante la mia esperienza in Inghilterra ho scoperto anche generi musicali differenti, come l’Afro. È stato come aprire un nuovo mondo per me. Un anno, quando ero al Manchester United, venne Drake, che era sui giovani esordi della sua carriera artistica. Rio Ferdinand lo portò in centro sportivo, dove fece foto con tutti, ma io ho dimenticato di farne una con lui”.
Come è nata l’idea di registrare un album?
“Dopo il mio primo anno da titolare in Serie A, sono tornato in Inghilterra, all’Aston Villa. Essendo lontano dagli amici, ho iniziato a sentire questa spinta interiore. Avevo passato molto tempo a sperimentare con vari beats. Un amico è venuto a trovarmi, siamo andati a comprare l’attrezzatura necessaria, abbiamo allestito uno studio casalingo e abbiamo registrato l’album”.
Sei un portiere ed anche un musicista. Cosa ne pensi di questa dualità?
“In Italia c’è ancora molto pregiudizio in merito. Detesto il fatto che culturalmente un atleta non possa dedicarsi anche alla musica ad alti livelli, o che alcune passioni siano considerate negativamente. Negli Stati Uniti, al contrario, è normale che un giocatore di basket o di football americano faccia anche musica. La musica è un’arte e non bisogna avere timori nel coltivarla”.
Cosa pensi della scena musicale di Napoli?
“Napoli ha una fortissima cultura musicale. Il mio cantautore preferito è Pino Daniele, e quando ho visto su Youtube il video di ‘Napul’ è’, sono stato davvero emozionato. È una città molto artistica, dove la musica è molto presente. Ho stretto amicizia con Geolier, MV Killa, Yung Snupp, che avevo già conosciuto a Milano, e quando sono arrivato qui, mi hanno dato il benvenuto e abbiamo instaurato un’ottima amicizia”.
Quale canzone ascolti prima di una partita?
“Quest’anno, la canzone che ho ascoltato sempre allo stadio è ‘Give you my love’ di Geolier, la mia preferita nel suo album. È stata la colonna sonora che mi ha accompagnato durante le partite”.
Quali esibizioni durante la festeggiamento del titolo di campioni d’Italia ricordi di più? Geolier? Liberato?
“Quel momento era così emozionante che, in alcuni momenti, cercavo semplicemente di godermelo appieno. Le loro due esibizioni sono state quelle che ho apprezzato di più. Quando Geolier si esibiva, eravamo seduti o inginocchiati, ma quando è toccato a lui, mi sono alzato per vederlo meglio. Con Liberato eravamo tutti sul campo. È stato magico, momenti che mi porterò per sempre. Più tempo passerà, più ci renderemo conto di quanto sia stato speciale tutto ciò”.
Cosa farai dopo aver smesso di giocare a calcio?
“Onestamente, non penso che la strada della musica sia percorribile, ma allo stesso tempo non so se seguirò la strada del calcio una volta ritirato. Ad oggi, non riesco ad immaginarmi nel mondo del calcio dopo il ritiro. La musica è la mia passione dopo il calcio. Ho un’etichetta discografica ed aiuto giovani artisti a produrre musica, e se possibile, continuerò a farlo anche in futuro”.