Gravina e gli stadi italiani: Tra burocrazia e sogni per Euro 2032, ma chi paga davvero? #FIGC #Euro2032 #CalcioInvestimenti #StadiProblem
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha discusso apertamente le sfide degli stadi italiani, puntando il dito contro la lentezza burocratica e le responsabilità diffuse. In un intervento a margine del consiglio federale, ha sottolineato che gli investimenti sulle infrastrutture non dipendono da commissari miracolosi, ma dalle tasche delle proprietà e dalle amministrazioni comunali, che spesso sembrano più brave a promettere che a agire.
“Mi rimetto alle valutazioni politiche per il commissario, è stata valutata la positività di questo intervento ed evidentemente sono state prese in considerazione delle situazioni favorevoli”, ha dichiarato Gravina, evidenziando l’approccio attendista della FIGC. Poi, ha insistito sull’urgenza di rivitalizzare stadi e centri sportivi, proponendo una drastica sburocratizzazione e una maggiore sensibilizzazione politica. “Servono investimenti sulle infrastrutture e non dipendono dai commissari, ma dipendono dalle proprietà e dalle amministrazioni comunali. Bisogna rivitalizzare stadi e centri sportivi, il giusto equilibrio passa da una sburocratizzazione e una sensibilizzazione politica sul territorio. Stiamo avendo relazioni costanti con i sindaci, il resto dipenderà dalla volontà delle proprietà nel progettare investimenti che riteniamo importanti. Li valutiamo come investimenti, non come costi, perché potranno portare introiti straordinari.”
Sui preparativi per Euro 2032, Gravina ha ammesso progressi nei contatti con le amministrazioni, ma con qualche ombra all’orizzonte. Alcune città destano preoccupazioni per non rispettare gli standard UEFA, mentre altre, come Firenze, offrono rassicurazioni grazie a finanziamenti governativi.
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Infine, interrogato sui rapporti con Michele Uva, Gravina ha difeso il ruolo di quest’ultimo all’interno della UEFA. “Come sono i rapporti con Michele Uva?” è stata la domanda diretta, e la risposta è stata netta: “Michele Uva è una figura richiesta dalla Federazione alla UEFA. La UEFA individua un soggetto e la Federazione lo ha individuato in Michele Uva, così come ha fatto anche la Turchia. Sono due figure che possono dare supporto e sostegno alla nostra organizzazione. Euro 2032 a livello di organizzazione è responsabilità della FIGC. Sia l’Italia che la Turchia hanno queste due figure di supporto all’interno della UEFA, ma la responsabilità organizzativa è esclusivamente della FIGC”. In sintesi, Uva è un appoggio utile, ma la FIGC non si nasconde dietro ai consulenti: l’onere è tutto suo, e i risultati dipenderanno da scelte concrete, non da promesse al vento.

