Guardiola non le manda a dire sull’unità della squadra
Pep Guardiola, il boss del Manchester City, ha dato fuoco alle polveri in un’intervista a Sky Sport prima del debutto in Champions League, sparando a zero su certe dimostrazioni di affetto che sembrano più un circo che sport serio. Con un po’ di quel cinismo che fa tanto discutere, il catalano non ha peli sulla lingua quando si tratta di analizzare il comportamento delle squadre.
Nell’intervista, Guardiola ha toccato un tasto dolente, riferendosi a un momento di presunto cameratismo: “L’abbraccio dei ragazzi a Donnarumma, tutti insieme? Una squadra non può …”. Queste parole, lasciate in sospeso, rivelano un’ombra di scetticismo su quanto possa essere autentico un gesto del genere in un contesto competitivo, dove ogni mossa è calcolata.
Ma andiamo al sodo: in un mondo del calcio sempre più patinato e finto, il commento di Guardiola suona come un promemoria che non tutto è rose e fiori. Senza girarci troppo intorno, è come se volesse dire che queste pacche sulle spalle potrebbero essere solo una facciata per le telecamere, soprattutto quando le cose si complicano sul campo. Il messaggio è chiaro: le squadre devono funzionare, non posare per le foto.