Guardiola e il fascino del Napoli: un ricordo identitario con un tocco di lotta Nord-Sud
Ciro Venerato, giornalista Rai, rievoca un incontro con Pep Guardiola che sfiderà il Napoli stasera, aggiungendo un po’ di quel sapore polemico che rende il calcio più piccante. Nel 2001, durante un ritiro del Brescia con l’esuberante Carletto Mazzone, Venerato aveva l’incarico di intervistare Guardiola per il TG Sport. Mazzone, sempre il tipo generoso, funse da guida improvvisata. L’intervista fu breve, ma il dopo si trasformò in una chiacchierata innaffiata da un eccellente Franciacorta, dove si finì a parlare del Napoli con quel misto di nostalgia e astio che solo gli italiani sanno apprezzare.
In quella discussione, Mazzone espresse il suo rammarico per come erano andate le cose con Ferlaino – dimissioni incluse – ma mantenne un affetto sincero per la città. A un certo punto, Guardiola irruppe con la sua opinione decisa, che suonava come una provocazione contro il “potente Nord”: “Napoli è come il mio Barcellona. Club identitario. La città si riconosce nel suo club. È l’eterna lotta del Sud contro il ricco Nord. Un po’ come la Catalogna che rivendica la sua autonomia. Maradona, per voi, è stato come Che Guevara. Mi piacerebbe un giorno giocare lì”, disse, quasi come se stesse accendendo una miccia in una stanza piena di dinamite.
Guardiola, poi, firmò per la Roma l’anno successivo – una scelta che qualche tifoso del Sud potrebbe definire un tradimento ironico, considerando le sue parole. Venerato lo rincontrò più volte a Pescara, ospite di Vincenzo Marinelli, e ogni volta Guardiola chiedeva aggiornamenti sul Napoli, seguendolo con quell’ammirazione mista a simpatia che fa tanto “fratellanza calcistica”. Il Napoli, per lui, resta un club identitario, proprio come il suo amato Barcellona: molto più di un club, un simbolo di ribellione che non smette di affascinare.