Rasmus Hojlund apre il cuore in intervista: papà critico, ambizioni e rituali. #Hojlund #Napoli #Calcio
Rasmus Hojlund, l’attaccante danese, non ha peli sulla lingua quando si tratta del suo passato nel calcio. In un’intervista a La Repubblica, ha condiviso il suo primo ricordo legato al mondo del pallone, ammettendo senza tanti complimenti che suo padre era tutt’altro che tenero. “Non ho una buona memoria ma se chiudo gli occhi mi rivedo in macchina con papà che mi critica dopo una brutta partita, mentre torniamo a casa: “Devi dare di più se vuoi davvero diventare un professionista”. Quasi mai mi diceva “bravo Rasmus”, per capirci. Il tempo gli ha dato ragione: non mi sento infatti ancora un centravanti completo nemmeno adesso, anche se di anni ne ho 22 e gioco nel Napoli”.
Guardando al futuro, Hojlund non si illude di essere già arrivato, ma sfodera un’ambizione che sa di sfida personale, con un tocco di autoironia per chi pensa che il talento basti. “Voglio diventare un attaccante che segna tanti gol. Negli ultimi anni sono migliorato molto nel mio ruolo e penso di avere già delle qualità, ma ho ancora tante cose da imparare”.
Quando si parla di modelli, Hojlund non nasconde di non essere il fenomeno del gruppo, ma di dover sudare come un dannato per stare al passo, e per questo idolatrare qualcuno che non si ferma mai. “Non è presunzione. Nella mia carriera non mi sono mai sentito il più talentuoso del gruppo, anche se per giocare nel Manchester United o nel Napoli devi essere un attaccante di un certo livello. Ma io ho sempre dovuto lavorare più duramente di altri e ne sono consapevole. Ecco perché Cristiano è il mio idolo: lui vuole sempre migliorarsi e si impegna per diventare più bravo”.
Infine, sulla superstizione tipica di certi ambienti calcistici, Hojlund ammette di avere i suoi riti, un po’ come un veterano con le sue fissazioni, mescolando fede e fortuna in modo spiccio. “Prima di entrare in campo guardo le stelle e prego, per chiedere l’aiuto di mia nonna Bodil. Lei è scomparsa sei anni fa. Invoco la sua guida e anche un po’ di fortuna”. Questa intervista offre uno sguardo crudo sulla mentalità di un giovane calciatore, dove duro lavoro e qualche credenza bizzarra vanno a braccetto per scalare la vetta.
- 26 Settembre 2025 - 14:45
- 26 Settembre 2025 - 14:34
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