mercoledì, Marzo 12, 2025
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Il 60% dei calciatori rischia di finire in povertà dopo la fine della carriera

Un tema di grande attualità riguarda la gestione finanziaria dei calciatori professionisti dopo la fine della loro . Molti giocatori, nonostante abbiano guadagnato ingenti ricchezze durante gli anni della loro attività sportiva, si ritrovano a fare i conti con gravi problemi economici nel medio-lungo termine. Secondo uno studio dell’Università Luiss, il 60% dei calciatori vive in uno stato di indigenza dopo 5 anni dal ritiro.

Le ragioni di questa situazione sono molteplici. Spesso i giocatori fanno investimenti sbagliati, mantenendo un tenore di vita sfarzoso anche quando il flusso di entrate si riduce sensibilmente. Inoltre, manca una solida educazione finanziaria che li aiuti a gestire il patrimonio accumulato. Recentemente, si è evidenziato anche il problema delle scommesse e della ludopatia. Un buon livello di cultura e formazione aiuterebbe a evitare queste trappole.

In Italia, il 70% dei calciatori professionisti ha solo la licenza media, il 26,2% ha il diploma e solo il 4,8% ha una laurea. Questo dato diventa ancora più preoccupante se consideriamo che nel mondo del professionistico rientrano anche i giocatori di Serie B e Serie C, dove il livello di guadagno è molto più basso rispetto alla . In generale, si stima che il 55% dei calciatori guadagna meno di 50.000 euro all’anno. Questa maggioranza silenziosa è particolarmente vulnerabile al gioco d’azzardo e ai suoi “facili” guadagni.

La gestione finanziaria dei calciatori professionisti è un tema che merita un’attenzione maggiore. È fondamentale promuovere una cultura finanziaria adeguata tra i giocatori, fornendo loro gli strumenti necessari per prendere decisioni consapevoli riguardo ai loro patrimoni. Solo così si potrà evitare che il 60% dei calciatori finisca in povertà dopo soli 5 anni dalla fine della carriera.


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