La squadra sta lottando non solo per motivi puramente atletici, ma perché sta subendo un cambiamento di filosofia che richiede un enorme impegno.
Partiamo da un paradosso: il Napoli di Garcia ha giocato cinque partite ufficiali tra campionato e Champions, vincendone tre (Frosinone, Sassuolo e Braga), perdendone una contro la Lazio e pareggiando con il Genoa. Considerando solo i risultati, il bilancio è molto positivo, eccezion fatta per il pareggio a Marassi. Tuttavia, i tifosi sono perplessi riguardo al modo di giocare dei campioni d’Italia. Per il momento Aurelio De Laurentiis tace, questa è la sua decisione pubblica e preferisce concentrarsi sulle attività cinematografiche. Sicuramente si confronta regolarmente con l’allenatore, come confermato da mister Garcia, ma non pubblica tweet e non rilascia dichiarazioni.
Il tecnico francese ha molte responsabilità in questa evidente “degenerazione” della squadra, ma non dobbiamo dimenticare che la società, nonostante lo scudetto, ha scelto di andare avanti con una gestione economica e finanziaria “cauta” ed equilibrata. In altre parole, coloro che si aspettavano un mercato di rinforzo con importanti arrivi e il rinnovo dei contratti dei protagonisti della scorsa stagione (in particolare Osimhen), con adeguamenti salariali, sono rimasti delusi.
Oltre alla condizione fisica – è evidente il carente stato di forma di Anguissa e Kvaratskhelia (che hanno anche pagato l’infortunio durante il precampionato) – sorprende il distacco emotivo di alcuni giocatori che sembrano lontani parenti di quelli affamati che hanno annientato gli avversari nella passata stagione. Il Napoli sta cambiando, è evidente per tutti e anche i giocatori lo hanno confermato: si è passati dal possesso di palla alla ricerca della compattezza e del contropiede. Una rivoluzione “filosofica” che richiede un grande impegno fisico e mentale. Non è tanto l’importante addio di Kim (un giocatore che altera gli equilibri e consente anche variazioni tattiche) e quello di Lozano, ma la logica con cui questa rosa è stata affidata a Garcia.
Al Napoli è stato imposto un cambiamento di DNA e il mercato non ha aiutato, almeno per ora. È evidente la promozione dei giocatori di riserva dell’anno scorso a titolari: Juan Jesus e Ostigard saranno in grado di gestire la situazione? E Natan? Lo scopriremo nelle prossime partite.