Conte e il sogno Napoli: orgoglio contro i giganti del calcio
Nella conferenza stampa di fine ritiro, Antonio Conte ha usato la domanda su Noa Lang per ribadire il gap con i top club, infondendo un mix di realismo e ambizione ai tifosi del Napoli. Il tecnico ha smontato paragoni affrettati, partendo da un’evidenza economica che fa riflettere.
“Oggi non possiamo fare un paragone Lang-Kvara, parliamo di uno venduto a 75mln, un altro preso a 25mln. Già economicamente parliamo di un dislivello enorme”, ha spiegato Conte, sottolineando come Kvaratskhelia rappresenti un tesoretto ormai perso, mentre Lang è una scommessa low-cost. Questa frase è un pugno allo stomaco per i partenopei: ci ricorda che, nonostante l’entusiasmo per il mercato, il Napoli non può giocare alla pari con i riccastri.
Ma ecco il colpo di genio di Conte: “Abbiamo preso Noa perché può aiutarci per il presente e lavorando in un determinato modo salirà di livello e diventare il nuovo Kvara, magari poi sarà venduto…”. Ironico, vero? Sembra quasi un’ammissione che il nostro club debba sempre vendere per sopravvivere, come ai tempi di Maradona o Higuain – un ciclo vizioso che fa arrabbiare i veri tifosi, stufi di essere la “fabbrica di talenti” per altri.
Rispetto a Juventus, Inter e Milan, Conte è chiaro: “Loro staranno sempre lassù, lo dice la storia, il monte ingaggi, il valore patrimoniale”, e il suo orgoglio è portarci a “rompere le scatole” a questi colossi. Peccato che, con i nostri alti e bassi storici – pensate al crollo post-Sarri – questa ambizione suoni come una sfida epica, ma rischia di essere solo fumo senza rinforzi veri. Ndoye del Bologna? Troppo caro, e via, un altro nome che scivola via.
Ai tifosi del Napoli, non restiamo neutrali: svegliamoci, questo è il momento di gridare “Forza Azzurri!”, ma con un occhio critico sul portafoglio del club. Se Conte ci fa sognare, che almeno rompa davvero le scatole a quei tre – meritiamo stabilità, non miracoli.