venerdì, Novembre 15, 2024

“Il Napoli ha un problema evidente”, l’analisi di Forgione: “C’è un cortocircuito evidente”

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Angelo Forgione analizza l’attuale momento del Napoli alla luce del pareggio con il Genoa: “Garcia non può permettersi di mettere da parte i meccanismi consolidati di una macchina quasi perfetta”.

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“Il Napoli picchia in testa”, è il titolo della lunga analisi di Angelo Forgione sul pareggio del Napoli contro il Genoa. Lo scrittore napoletano, attraverso la sua pagina social, ha scritto quanto segue. “Cosa sta succedendo a questo Napoli, apparentemente incapace di difendere lo scudetto? 7 punti su 12, contro Frosinone, Sassuolo, Genoa e Lazio, sono oggettivamente pochi, ma ciò che preoccupa è la tendenza. Nelle ultime due partite, la squadra, oltre ai punti, ha perso anche alcune certezze. Garcia è sotto accusa per i cambiamenti apportati alla macchina quasi perfetta di Spalletti. Lobotka non sembra più essere un elemento fondamentale. Kvaratskhelia, opaco, sembra essere in cerca di ispirazione. Osimhen è chiaramente neutralizzato da un sistema di gioco che lo fa correre a vuoto e lontano dalla porta. Quello che è più evidente è che, al momento, questo Napoli manca del delizioso dialogo tra i due top-player azzurri, attualmente separati da un evidente cortocircuito tattico”.

Poi si legge: “Un allenatore che dichiara ‘non conosco il passato’ per valorizzare il suo intervento sulla squadra rischia di bruciarsi in fretta in una piazza esigente che ancora ricorda la grandezza di un Napoli che ha vinto in Italia e ha fatto parlare l’Europa intera. Garcia non può permettersi di ignorare i meccanismi consolidati di una macchina quasi perfetta, ma deve cercare di perfezionarli, cercando alternative a un gioco che, alla fine della scorsa stagione, era diventato in qualche modo prevedibile. Aggiungere, se possibile, invece di sottrarre per aggiungere altro. Se sta cercando alternative, fa bene; fa male se invece lavora per cambiare radicalmente tutto”.

“È la piazza, se mai, che deve dimenticare la grazia di una squadra che è cambiata in due elementi chiave: il leader difensivo e la guida tecnica. Bisogna anche ricordare le feroci critiche rivolte a Spalletti fino a un anno fa, quando gli fu anche proposto di restituire la Panda rubata a patto che se ne andasse. Poi è finita come è finita”.

“Quindi, prima di addossare tutte le responsabilità all’allenatore e di gettare via tutto in fretta (anche Garcia ha bisogno di tempo), è utile riflettere su un dato oggettivo: questa strana Napoli si accende e si spegne improvvisamente. Contro la Lazio si è spenta improvvisamente dopo il secondo gol dei capitolini. Contro il Genoa si è accessa nel finale, dopo il secondo gol dei liguri. Una squadra che ha mostrato due facce diverse nello stesso match in due occasioni consecutive. La questione non è fisica ma mentale, e lo fa intendere anche Raspadori con parole chiare a Dazn: ‘Oggi penso che sia stata soprattutto una questione mentale. Siamo scesi in campo sapendo cosa ci aspettava, dall’ambiente al tipo di partita che il Genoa avrebbe giocato, ma non siamo stati abbastanza lucidi per trovare spazi tra le loro linee. Dobbiamo avere la forza mentale di lavorare correttamente'”.

Poi l’analisi prosegue: “Il crollo contro la Lazio mi sembrava dovuto a un blackout mentale e non a una flessione fisica generale, come molti hanno pensato. Ieri sera, con la reazione improvvisa degli Azzurri, ne abbiamo avuto la conferma. Se a Genova ti accendi all’improvviso quando sei sotto di due gol, quindi ritrovi velocità e conclusioni come per miracolo, e negli ultimi 20 minuti, non è solo merito dei cambi ma anche perché sei in buona forma fisica. Forse non sei stato mentalmente lucido nei primi 70 minuti, allo stesso modo in cui non lo sei stato nei 30 minuti finali contro la Lazio, e lì non sei riuscito nemmeno a soffrire”.

“Nel primo tempo contro la squadra di Sarri e negli ultimi 20 minuti contro quella di Gilardino c’è molta qualità. Azioni veloci e tiri in porta, cose che negli altri tratti delle partite non si sono viste affatto. Una squadra con due facce, troppo diverse per non capire che c’è un problema di concentrazione. No, non è un problema fisico… quindi bisogna capire perché gli Azzurri, adesso, vanno a corrente alternata, si accendono o si spengono all’improvviso, trovano e perdono movimenti, velocità, fluidità di gioco e conclusioni in porta. Bisogna capire l’origine dei black out, curarla e acquisire continuità”.

“Ieri sera, analizzando i problemi in trasmissione (Se dici Napoli – Otto Channel), ho avvertito di non commettere l’errore di puntare il dito solo contro Garcia, il quale afferma che i momenti di crisi del Napoli sono una questione di motivazione da ritrovare, ed è plausibile. Il Napoli non è abituato a vincere e deve imparare a dimenticare l’atmosfera festosa dello scudetto vinto, che può durare a lungo, quando si accende una certa presunzione di essere la squadra da battere. Come può essere verosimile che sia proprio il nuovo tocco di Garcia a mettere in difficoltà i giocatori e a causare, in questo momento, i strani ed evidenti cambiamenti mentali del gruppo in campo”.

“Ora è il momento di Champions, e su quei campi il desiderio di vittoria fiorisce sempre senza bisogno di innaffiarlo. Probabilmente vedremo un Napoli più concentrato, applicato e costante, e poi torneremo a vederlo in campionato, dove c’è bisogno di recuperare i punti persi. Forse sarà la classifica a far tornare tutti con i piedi per terra e a dare la scossa che, fino ad ora, Garcia non è riuscito a dare. La sua partita si gioca nella testa dei ragazzi, e sicuramente non la vincerà sostituendo Kvaratskhelia con Zerbin”, conclude Forgione.

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