La Telenovela Lookman: Quando il Mercato Diventa un Gioco al Massacro
Il calciomercato estivo sta regalando storie da soap opera, e quella di Ademola Lookman è un classico esempio di caos made in Italy. “L’Inter ha presentato la sua offerta, l’Atalanta l’ha respinta, forte di una promessa che – secondo il club – vale solo per l’estero. L’Inter ha il sì del giocatore, ma oggi deve ragionare anche sul piano B. E Lookman, nel frattempo, non si presenta più agli allenamenti. Una sfida a tre, ognuno con qualcosa da perdere: l’Inter rischia di saltare la sua prima scelta per il ruolo, l’Atalanta rischia di tenersi un giocatore scontento per mesi, il giocatore rischia di bruciarsi una stagione intera, con tanto di Coppa d’Africa alle porte.” Marchetti ci inchioda con questa descrizione, e ha ragione: è un circo dove tutti rischiano, ma l’Inter, con la sua solita goffaggine, sembra il clown che inciampa per primo.
Questi casi non sono isolati, e il punto è che le “piccole” del calcio italiano stanno imparando a giocare duro. “E non saranno certo gli ultimi casi. Ce ne sono ovunque: giocatori non più centrali nei progetti, società che attendono il momento giusto per affondare il colpo, magari a condizioni vantaggiose. Sono le cosiddette ‘piccole’ ad attendere con maggiore pazienza: sanno che il momento giusto potrebbe arrivare a ridosso della fine, quando la pressione spinge i club più grandi a mollare qualche pretesa. Ma per riuscirci serve fiuto, nervi saldi, capacità di muoversi all’ultimo respiro.” Qui Marchetti colpisce nel segno, ma pensateci: l’Atalanta sta bluffando come una squadra di provincia, sperando che l’Inter crolli, mentre noi tifosi del Napoli ci chiediamo perché certe big non imparino dalla lezione.
E poi c’è chi fa scuola, come il Napoli, che non si fa prendere per il naso. “E poi ci sono i club che possono permettersi di non entrare in questa logica. Quelli che dettano le condizioni, senza temere il rischio di tenersi un giocatore scontento. Il Napoli, da questo punto di vista, ha creato un precedente preciso: caso Osimhen. Prima l’operazione-tampone dell’anno scorso col Galatasaray, pur di non cedere il giocatore alle condizioni di altri. Poi la cessione solo a prezzo pieno, al valore della clausola. Nessuno sconto, nessun compromesso. E intanto la credibilità del club, in sede di trattativa, è cresciuta”. Bravi, Azzurri: con Osimhen, abbiamo dimostrato che non si svende il talento per un pugno di euro, a differenza di certi club che barattano sogni per tappabuchi. L’Atalanta dovrebbe prendere appunti, invece di tenersi un Lookman arrabbiato – magari finirà come quelle trattative dell’Inter che sfumano in fumo.
Insomma, cari appassionati, questa storia ci insegna che nel calcio, come nella vita, chi ha polso vince. Il Napoli ha alzato l’asticella, e se l’Atalanta continua a cincischiare, rischia di rovinare la stagione a tutti. Discutiamone: è ora che le italiane smettano di fare i sentimentali e pensino al business, o finirà un altro dramma? Avanti, Napoli, continua così!