A Radio Crc durante la trasmissione “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico.
A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico: “Nell’aspetto fisico, gli aspetti condizionati, cioè quelli che possono essere allenati, sono in buone condizioni, e nella condizione fisica questi sono esaltati dalla dimensione mentale. La forma può essere mantenuta in un periodo relativamente breve, mentre la condizione fisica può essere mantenuta per un periodo più lungo.
Il Napoli? Parlerò poco della preparazione perché sembra che per vari meccanismi, il preparatore atletico sia diventato il capro espiatorio prima ancora di iniziare. Si è creata una situazione in cui il preparatore atletico è considerato la prima causa quando le cose non vanno bene.
Bisogna sottolineare che ereditare il Napoli di Spalletti, campione d’Italia, non sarebbe stato semplice per nessuno, ma è ancora più complicato per un allenatore che ha avuto l’opportunità di sostituire l’allenatore che lo aveva sostituito alla Roma. Nonostante il 10/11 della squadra dello scorso anno sia rimasta, il Napoli è una squadra nuova nelle metodologie, nelle idee e nell’interpretazione di un modulo che può sembrare simile ma non lo è. Il Napoli deve mettere in discussione il proprio passato e acquisire nuove metodologie.
Lo scorso anno, il Napoli era la squadra più veloce nel recupero del pallone, ma oggi non è più in cima alla classifica perché nel pressing di Spalletti si circondava il portatore di palla, mentre oggi il Napoli esercita il pressing cercando di interrompere le linee di passaggio dell’avversario. Prima si giocava in verticale, oggi si scala il campo dall’ultimo settore difensivo. Notavo una visione mista e finché non si sarà disponibili ad accettare il cambiamento, si continuerà a interpretare le cose in maniera sbagliata. È una cosa normale, umana, perché quando ci si trova in difficoltà, ci si aggrappa alle proprie convinzioni. Nonostante rispettino le istruzioni dell’allenatore, i giocatori non padroneggiano ancora le nuove idee.
Napoli e Lazio hanno lo stesso grado di pericolosità nella gara del Maradona. Anche i numeri confermano la difficoltà della squadra nel far propri gli insegnamenti tecnico-tattici dell’allenatore. Bisogna dare tempo a Garcia perché la squadra possa capire le sue nuove strategie”.