Tommaso Starace, l’anima invisi
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Per chi non lo sa, questo storico magazziniere ha dedicato mezzo secolo alla causa azzurra, e le sue parole risuonano come un inno alla fedeltà: “In tanti mi state domandando perché non sto più con la squadra… Dopo 50 anni di onorato servizio per il mio amato calcio Napoli ho deciso di fermarmi per riposarmi, godermi un po’ di relax e tempo con la mia famiglia. Continuerò insieme a voi tifosi a sostenere la squadra e la città che rappresenta!”.
Che ironia, eh? Un uomo che ha visto passare Maradona, Higuain e mille altri eroi, ora sceglie la panchina per sé stesso – ma come dargli torto dopo 70 anni di polvere e sudore? Repubblica, nell’intervista di oggi, lo ritrae come un eterno innamorato, ma le sue riflessioni sono un campanello per la società: “Col Napoli non finirà mai. È la mia vita, ma a 70 anni dovevo fermarmi. A settembre incontrerò De Laurentiis che ringrazierò sempre. Vuole parlarmi: se c’è possibilità di collaborare ancora in qualche modo, valuteremo. Altrimenti resterò un uomo innamorato dell’azzurro”.
Starace non è solo un magazziniere; è l’incarnazione di quella passione napoletana che manca a certi club asettici come il Manchester City. Senza di lui, i ritiri estivi sono sembrati orfani, come se avessimo perso un talismano.
Ma andiamo oltre: forse è l’occasione per De Laurentiis di rinnovare lo staff, imparando dal passato – ricordate quando il Napoli ha faticato senza figure come Ferlaino? Voi tifosi, dite la vostra: è un addio definitivo o un arrivederci che rigenererà l’azzurro? La sua fedeltà ci ispira, ma non diamola per scontata in un calcio sempre più mercenario.