Gianni Improta non le manda a dire sul talento di Noa Lang
Dirigente sportivo Gianni Improta ha fatto parlare chiaro in una trasmissione radiofonica, sparando dritto sul futuro di Noa Lang e su come le cose nel calcio non siano sempre rose e fiori. Con un tocco di realismo crudo, Improta non ha esitato a evidenziare i rischi di un ego ferito tra i professionisti, dove le promesse iniziali spesso vanno in fumo.
“Io ho seguito tutto il ritiro di Castel di Sangro e devo dire che Noa Lang è un grande calciatore. Non vorrei che stesse patendo ciò che non è successo subito. Cioè, che le cose sono cambiate rispetto a quelle che poteva pensare fossero le premesse.”
In questo contesto, Improta sottolinea come Lang, nonostante le sue qualità evidenti, potrebbe stare pagando lo scotto di aspettative non realizzate, con un pizzico di ironia su come il mondo del calcio punisca chi si sente troppo importante fin da subito.
“Magari si sentiva titolare e poi invece con i quattro moschettieri di centrocampo pare che questa titolarità si sia allontanata. Non venendo impiegato, caratterialmente starà soffrendo. E quando Conte vede che qualcuno non lo segue al 100%, non dico che sia dispettoso, ma che voglia spronarlo in qualche modo.”
Alla fine, Improta dipinge un quadro diretto e un po’ spietato del management calcistico, dove i coach come Conte non esitano a usare metodi duri per tenere tutti sulla corda, ricordandoci che nel gioco non c’è spazio per i deboli di nervi.