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“In molti gli davano del bollito, io ho sempre detto il contrario”

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Redazione Sport Napoli

“Oggi ribadisco quanto già ho detto all’epoca: al Napoli hanno preso un allenatore incazzato e che sa ciò che fa”.

© foto di Carlo Giacomazza/CGP Photo Agency

Eziolino Capuano, allenatore del Taranto, ha parlato al podcast ‘Santo Catenaccio’: “Il Napoli è un indiscutibile e meritato grande protagonista del campionato di Serie A. Quando la società partenopea ingaggiò Luciano Spalletti più di qualcuno diceva che fosse bollito, perchè fermo anche da tempo ed io ho sempre rinnegato quel pensiero. Oggi ribadisco quanto già ho detto all’epoca: al Napoli hanno preso un allenatore incazzato e che sa ciò che fa. Si tratta di un allenatore di grandissima cultura, e assolutamente adatto ad un club e ad una città passionale come Napoli, in quanto è una figura che sa essere autoritaria e al tempo stesso autorevole. I risultati gli stanno dando ragione ma io queste cose le dicevo già anni fa. Il gioco del Napoli incanta l’Italia e l’Europa e non è fine a se stesso, è bello da vedere ed ha tanta qualità, è il frutto di un equilibrio non indifferente. Le idee sono belle ma poi vanno concretizzate, è sempre l’unità a fare la differenza e nella squadra partenopea si vede questo ragionamento. Si possono solo fare complimenti.

Le mie parole su Guardiola? Io non l’ho criticato, ho fatto un affermazione forte. Guardiola può permettersi quel gioco per la grande qualità dei giocatori che ha avuto ed ha a disposizione. Se andiamo a vedere una gara di Prima categoria o Esordienti vedremo gente che prova a copiare Guardiola; il tiki taka ha influito in maniera negativa sul calcio. Il problema è chi lo scimmiotta. Io uso sempre una determinata terminologia: se ho la pasta ed fagioli a disposizione posso fare solo pasta e fagioli senza inventarmi altro, non posso cucinare la pasta al sugo se non ho gli ingredienti. È difficile fare quel calcio con giocatori di dubbio palleggio.

Il mio modo di vedere il calcio? Sento tante cazzate in giro. Per me il calcio è passione e sentimento. Il calcio è senso di appartenenza dentro e fuori il rettangolo di gioco. Adesso alleno il Taranto, una città grande, e rappresento questa gente che vive il risultato della propria squadra ogni giorno. Fare l’allenatore è una grandissima responsabilità per la piazza e per i giocatori, se sbagli qualche scelta puoi “accappottare” e compromettere tutta una società. Sul rettangolo di gioco invece mi baso molto sulla razionalità. Per me è una squadra è forte quando sa stare in mezzo al campo; una squadra è fortissima quando ha equilibrio e non quando fa 10 passaggi consecutivi. Per me la squadra che gioca bene è quella che ha equilibrio e razionalità ma soprattutto identità, non mi piacciono le squadre garibaldine. 

L’allenatore che apprezzo di più attualmente? Ancelotti, perché da equilibrio alla sue squadre. Io sono un Sacchiano, provengo dalla sua scuola. Mi piacciono le squadre equilibrate, che prendono pochi gol, che fanno un gioco propositivo giocando sulla marcatura preventiva. Ma se devo dirti chi mi sta piacendo di più adesso ti dico Roberto De Zerbi, per me lui è destinato al grandissimo calcio. Sta facendo benissimo al Brighton e non mi meraviglierò se andrà in qualche top club. De Zerbi ha iniziato il suo percorso sportivo tra mille difficoltà, con tante sconfitte, ricordo Palermo e Benevento, ma non ha mai mutato il suo modo di vedere il calcio. La sua testardaggine gli ha dato ragione fino a questo momento, e le mazzate nella vita servono e fanno esperienza. Le sconfitte e le umiliazioni servono se hai delle idee chiare per evolverle. Se De Zerbi è andato all’estero vuol dire che le squadre italiane che lo hanno cercato non gli interessavano. 

Parisi oramai top della Serie A? Quando si parla di lui è come parlare di un figlio, ho contribuito nella crescita del ragazzo anche a livello tecnico-tattico. Per me è diventato un ragazzo di famiglia, sono di parte ma fa piacere leggere le parole di Javier Zanetti su di lui. Quando uno come lui dice che Parisi gioca liberamente come se stesse al campetto sotto casa non posso che concordare con l’argentino, perché queste cose le dicevo già dai tempi di Avellino. Sembra che giochi il derby Serino-Atripalda e non a San Siro. Parisi in Italia è uno dei migliori fluidificanti di sinistra e crescerà ulteriormente arrivando fino alla Nazionale rimanendoci in pianta stabile”.
 

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