Insigne: “Verrei a piedi se il Napoli mi chiama!” L’ex capitano pronto a rimettersi in gioco e baciare il pallone. #Insigne #Napoli #Calcio
Lorenzo Insigne, l’ex capitano del Napoli, ha rotto il silenzio in un’intervista, lasciando intendere che le sue vacanze non dureranno per sempre. Con quel solito mix di nostalgia e ambizione, ha dichiarato: “Ora mi sto godendo le vacanze con la famiglia, poi decidiamo per il futuro.”
Parlando del suo passaggio a Toronto, Insigne non ha nascosto qualche rimpianto calcistico, ma ha esaltato l’aspetto familiare. “Bilancio di Toronto? E’ stata un’esperienza unica, a livello familiare abbiamo vissuto la città a 360° e siamo stati benissimo. E’ mancata un po’ la fortuna a livello calcistico. Ora bisogna concentrarsi per tornare ai livelli di prima, ho una grandissima voglia di rimettermi in gioco e riconquistare la Nazionale.” È chiaro che per lui, la palla non rotola solo sul campo, ma anche nella vita privata – peccato che il calcio non sia sempre un affare di fortuna pura.
Quando si tratta del Napoli, il suo affetto è lampante e senza fronzoli. “Se mi chiamasse il Napoli? Verrei a piedi!” Questa dichiarazione diretta fa capire quanto sia legato alla squadra, senza tanti giri di parole – un po’ come un tifoso qualunque che non sopporta le lamentele.
Sull’esperienza in Canada, Insigne ha ammesso che non è stato tutto rose e fiori sul campo, ma ha evidenziato il lato positivo: “Cosa mi ha lasciato l’esperienza in Canada? Tanto, perché la mia famiglia e io siamo stati benissimo. A livello calcistico non è andata come pensavo, ma sono stati tre anni fantastici che non dimenticheremo mai.” È un bilancio schietto, dove la famiglia vince sul pallone, anche se i gol mancati pesano.
Tocando argomenti più bollenti, come la Lazio e il suo desiderio di tornare in forma smagliante, ha detto: “Lazio? Ora è prematuro, perché come sanno tutti hanno il mercato bloccato. Io ho tanta voglia e vorrei qualcosa subito. Ho tanta voglia di mettermi in mostra, sto bene fisicamente e vorrei riconquistare la Nazionale. Ho chiamato Gattuso prima per fargli i complimenti e poi un giorno sì e l’altro no. Senza togliere niente a Spalletti, penso che il mister saprà toccare le corde giuste e tirare fuori dai giocatori tutto quello che hanno.” Qui, senza peli sulla lingua, mostra la sua impazienza e un rispetto condito con un tocco di realismo – perché nel calcio, i complimenti vanno e vengono.
Riguardo ai rimpianti, Insigne ha ammesso qualche sbavatura nel rapporto con i tifosi, ma il suo cuore resta blu: “Cosa non rifarei? Essendo un po’ chiuso di carattere con le persone, ho un rimpianto di non avere avuto sempre un buon con i tifosi del Napoli. Ma il Napoli per me ha sempre un posto speciale nel mio cuore. Le partite che ricorderò sono l’esordio col Parma e l’ultima al Maradona col tributo ricevuto dal presidente De Laurentiis. Fare un giro di campo così è un motivo di orgoglio.” È un’ammissione onesta, come se volesse dire: “Ehi, non sono perfetto, ma il Napoli è casa mia”.
Infine, dando un consiglio schietto a Osimhen, Insigne non si è perso in chiacchiere inutili: “Cosa consiglio a Osimhen? Lui farà la scelta migliore per lui. Da quello che leggevo se avesse scelto per i soldi avrebbe già scelto l’Arabia. Non è quindi una questione di soldi. E’ fortissimo se restasse a Napoli per i napoletani sarebbe incredibile, ma è una scelta che deve fare lui. Gli auguro il meglio.” In un mondo di trasferimenti folli, è un monito realistico: non tutto gira intorno ai quattrini, e a volte, il cuore conta più del conto in banca.
In sintesi, Insigne emerge come un giocatore che, nonostante le delusioni, è pronto a infilarsi gli scarpini e dare tutto, con quell’onestà brutale che il calcio italiano apprezza – o almeno, dovrebbe.