Marotta non le manda a dire: Inter pronta a dominare o a inchinarsi ai veri boss nel 2025/2026! #Inter #Calcio #AmbizioniAlta
Beppe Marotta, il capo supremo dell’Inter, ha aperto le danze per la stagione 2025/2026 ad Appiano Gentile, sparando a zero sulle solite chiacchiere da quattro soldi. Senza tanti giri di parole, ha riassunto una annata massacrante con 63 partite dove i nerazzurri hanno sfiorato la gloria ma incassato batoste da manuale.
“Abbiamo concluso una stagione con 63 partite, che ci ha visto arrivare in fondo a tutte le competizioni. Abbiamo perso la finale, siamo arrivati secondi per un centimetro, che vogliamo colmare. Però arrivare lì è una cosa non facile, vogliamo ripartire con ambizioni e palmares da difendere. È inutile nascondersi dietro frasi gratuite come vogliamo arrivare tra le prime quattro. Noi siamo abituati a essere chiari, vogliamo vincere: se poi altri saranno più bravi faremo i complimenti, ma è questo l’obiettivo.”
Passando al nuovo timoniere, Marotta ha spazzato via le solite dicerie da bar dello sport, quelle che dipingono l’allenatore come una seconda scelta o un ripiego. Lui e i suoi soci hanno scelto con la testa, non con il cuore, e non si scusano per aver guardato in giro prima di decidere.
“Ripartiamo con un allenatore nuovo: in questi mesi sono state scritte tante cose, che era un rincalzo o una seconda scelta. Niente di più falso: quando, con Oaktree, abbiamo delineato il modello di squadra da costruire abbiamo poi cercato di individuare il profilo. In un’azienda normale, quando si sceglie un dirigente, si fa una certa cernita: il fatto di aver approcciato un’altra figura non sminuisce la figura di Chivu, anzi avvalora la sua scelta. Rispetto ad altri conosce l’ambiente e i valori di questa società. Sono vantaggi da cui trarremo vantaggi importanti. Il modello è cambiato perché anche qui, con grande lungimiranza, la proprietà ha messo a disposizione del management una cifra consistente, per poter investire su profili precisi e cioè giovani. E continueremo a lavorare in tal senso, ci serviva un leader di questo gruppo identificato in Chivu”.
Insomma, l’Inter non si accontenta di medaglie di legno: con Marotta al comando, è tutta una questione di vincere o crepare, puntando su gioventù e furbizia per scalare la vetta. Se gli altri sono più tosti, pazienza, ma i complimenti li faranno solo dopo aver sudato sette camicie.