Quando l’Inter si becca il secondo posto: tra franchezza e qualche verità scomoda #SerieA #Inter #CalcioVero
Non è mai facile digerire un piazzamento che sa tanto di boccone amaro, soprattutto se parliamo di una squadra come l’Inter, abituata a lottare per la vetta. Il centrocampista nerazzurro non si nasconde dietro a mezze verità: “Non voglio essere bugiardo” si lascia scappare, facendo capire che il secondo posto non è esattamente ciò che aveva in mente.
Si parla di un campionato combattuto ma non vinto, di una stagione passata tra alti e bassi, dove la squadra ha dimostrato di avere qualità ma non abbastanza per sopraffare chi ha resistito fino alla fine. Quel "non voglio essere bugiardo" sembra una piccola bomba, un modo diretto per ammettere che l’Inter ha avuto le sue colpe e che il successo mancato brucia eccome.
In fondo, il rischio di accontentarsi è proprio questo: nascondersi dietro un piazzamento che, per certi versi, può sembrare positivo ma che, nella realtà, è un mezzo fallimento per una compagine che mira ai titoli. Quel sentire il bisogno di essere sinceri, quasi rude, è il segnale che in casa nerazzurra non si nascondono dietro strategie verbali, ma affrontano la realtà con cruda chiarezza.
D’altronde, lo sport spesso è questo: non ci sono mezze misure per chi vuole vincere. E l’Inter, con questo secondo posto, deve prendere atto che la strada da percorrere è ancora lunga e irta di ostacoli. Chi sperava in grandi proclami, questa volta dovrà accontentarsi di frasi dirette e senza filtri, di una presa di coscienza che forse è l’unico modo per ripartire con più forza.