giovedì, Novembre 14, 2024

Intervista a Stefano Di Chiara: “Un calciatore sottostimato accanto a Diego Maradona”

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Le parole di Stefano Di Chiara, ex difensore di Lecce e Cagliari, riguardo al dibattito tra Maradona e Messi.

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Stefano Di Chiara, ex giocatore della Serie A diventato allenatore, ha recentemente espresso il suo punto di vista sul confronto tra i due leggendari numeri 10 dell’Argentina: Maradona e Messi. Le sue impressioni sono state condivise tramite i suoi canali social e areanapoli.it ha sintetizzato le sue parole. Di Chiara ha dichiarato: “Maradona o Messi? Appartengo all’epoca del calcio vintage. Quando Diego è arrivato a Napoli, aveva già vinto qualche trofeo in Argentina e poco a Barcellona. Ma con la maglia azzurra ha vinto molto di più. Inoltre, con l’Argentina ha giocato un ruolo da protagonista nella vittoria del mondiale del 1986. A Italia ’90 glielo hanno rubato in finale contro la Germania e a USA ’94 c’è stata la storia del doping… Maradona ha portato il Napoli a livelli internazionali e ha persino vinto una Coppa UEFA con la squadra azzurra. Senza dubbio, è stato un grandissimo giocatore dal punto di vista tecnico, ma la verità va oltre: è una questione di carisma. Il carattere fa la differenza in ogni aspetto, dal calcio alla politica e alla musica”.

Inoltre, Di Chiara ha aggiunto: “Se parliamo dei Pink Floyd o dei Rolling Stones, subito pensiamo alla personalità di questi artisti, che trascende il tempo e rimane impressa nella memoria. Nel calcio, l’atteggiamento agonistico e una sorta di sana ignoranza, come mi piace dire, fanno la differenza. Maradona rappresenta quell’epoca perché era un leader. Diego rappresentava un intero popolo e il calcio stesso. C’era anche un calciatore sottovalutato vicino a Diego, e sto parlando di Crujiff, anche se se ne parla poco. Inoltre, c’era il calcio uomo contro uomo, senza la tecnologia VAR e con falli non fischiati. Era decisamente meglio prima, credetemi. Tutto era decisamente meglio prima, e per migliorare il presente dovremmo tornare al passato. Guardo i nomi della squadra nazionale e mi chiedo: che carisma e che storia hanno da raccontare?”

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