Il capo della Federazione Calcistica pungola l’ex Allenatore della Nazionale, dimessosi poco prima degli imminenti impegni degli Azzurri.
Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha parlato a Coverciano nel giorno in cui Gigi Buffon è stato ufficialmente nominato Capo Delegazione della Nazionale: “Come avevo anticipato durante la presentazione di Spalletti, questo ruolo rientra nelle competenze del presidente della FIGC e sono particolarmente fiero di poter passare il testimone a Buffon per molte ragioni. È un professionista con 214 convocazioni e 176 presenze in Nazionale, un record. La sua presenza in questo ruolo è un simbolo di grande coerenza: la maglia azzurra è come una seconda pelle per Buffon, è un elemento fondamentale nella sua vita. Quando Buffon stava pensando di smettere con il calcio, l’avevo già contattato, ma lui, deciso e ostinato nelle sue scelte, ha voluto continuare a fare il calciatore. Poi ha deciso di smettere e siamo tornati a chiedergli di assumere questa nuova posizione. Quando Buffon ha accettato, ha nominato due persone a noi molto care: Vialli e Riva. Con Vialli abbiamo condiviso quattro anni ed è stato un grande maestro di vita, mentre con Riva nel 2006 abbiamo vissuto momenti straordinari.”
Non sono mancati dei commenti critici a Roberto Mancini: “Chi conosce i principi della nostra gestione sa i nostri valori che sottolineiamo. Molte volte diamo importanza al prezzo, ma ci dimentichiamo del valore. Ringrazio Gigi per aver accettato questa posizione e gli auguro di entrare nell’Olimpo azzurro: lo è già come calciatore, ma con le sue qualità potrà diventarlo anche come dirigente. Oggi è una giornata piena di emozioni per me e dopo aver vissuto un’estate turbolenta, non per nostra colpa, sono ancora più soddisfatto perché so che questa squadra è in mani sicure con Spalletti come allenatore e Buffon come capo delegazione. È vero che ognuno di noi deve dare il massimo, ma credo di aver fatto il massimo come presidente della FIGC con queste scelte per onorare la maglia azzurra”.