Ravezzani e la disfatta Italia-Norvegia: un’opinione che fa infuriare i cuori azzurri!
Ah, che roba amici miei, un’altra di quelle serate che ci lasciano con l’amaro in bocca, come un caffè freddo a Mergellina! Dopo la figuraccia dell’Italia contro la Norvegia, quel giornalista Fabio Ravezzani s’è sbottonato su X con il suo parere, e ve lo dico io da vero partenopeo: fa male al cuore, ma non ci ferma! Come se non bastasse la delusione per gli Azzurri, ora ci dobbiamo sorbire pure commenti che sembrano un’altra coltellata.
Ravezzani, nel suo post, non ha girato intorno alle cose: ha puntato il dito su errori tattici e su una squadra che pareva spaesata, come noi napoletani quando il traffico ci blocca al ponte della Maddalena. E io, da tifoso del Napoli con la passione che ci scorre nelle vene fin da quando ero un monello a Scampia, ci metto del mio: ma come si fa a non vedere il potenziale? L’Italia è fatta di sangue e sudore, proprio come il nostro San Paolo (scusate, Maradona) che pulsa per ogni partita. Quel parere su X suona un po’ come una critica gratuita, tipo quando dicono che Napoli è solo pizza e mandolino, senza capire la nostra forza vera.
Certo, non è che sto qui a negare i fatti: la Nazionale ha zoppicato, e Ravezzani lo ha detto chiaro e tondo, mettendoci il sale sulla ferita. Ma guardate, noi napoletani siamo fatti così, resistiamo e ribaltiamo tutto. Magari quella partita è stata un inciampo, però penso che Ravezzani dovrebbe ricordare che dietro ogni errore c’è un riscatto pronto, come quando il Napoli si rialza dopo una sconfitta e fa tremare lo stadio. Il suo commento, che ho letto e riletto, è stato diretto: “L’Italia ha perso il filo, Norvegia meritava di più”, e lì mi è salito il sangue al cervello! Perché, scusate, non è che possiamo buttare via tutto con due righe su un social?
Insomma, da un partenopeo a voi: prendiamo questo parere come uno stimolo, non come una sentenza. Forza Azzurri, e forza Napoli, che il nostro spirito non si spezza mai. Magari Ravezzani ha ragione su alcuni aspetti, ma noi continuiamo a credere, a sognare e a lottare, perché è così che si vince, no? Al prossimo campo di battaglia!

