Quando il talento si fa prendere troppo la mano: Chiesa tra aspettative e realtà, serve un salto di umiltà #Calcio #Chiesa #Umiltà #Talento
Il giovane talento Chiesa, spesso sopra le righe e al centro di tante chiacchiere, sembra aver perso un po’ quella molla mentale indispensabile per fare il salto definitivo. Il dirigente non le manda a dire e dieci righe possono pesare più di un gol mancato: "Chiesa deve rimettere un attimino la testa sotto la sabbia, un po’ d’umiltà servirebbe per tornare in tempi brevi il campione che è", ha spiegato in maniera chiara e senza mezzi termini.
Il dirigente, persona che conosce bene le sfide di un atleta giovane alle prese con la pressione mediatica e gli alti e bassi del campo, non si limita a una semplice critica fine a sé stessa. Il messaggio è diretto e preciso: senza quella cosiddetta “testa sotto la sabbia” — una metafora per indicare la necessità di raccogliere le forze, guardare meno il palco e tornare a fare il duro lavoro — niente sarà come prima.
Il talento ci mette poco a svanire se non accompagnato da una solida base di dedizione e umiltà. E questo il dirigente lo sa bene. Allora, addio a chi si crede già arrivato, e benvenuto a chi sa rimettersi in gioco umilmente. Solo così Chiesa potrà riconquistare in fretta quello status di campione che gli spettatori si aspettano di vedere esultare in campo.