Jeda, il brasiliano che ama la Sardegna: un ricordo nostalgico e una “ferita” napoletana
Jeda, l’ex attaccante brasiliano passato per Cagliari e altre piazze del calcio italiano, ha aperto il cuore in un podcast, ricordando con affetto la sua avventura in rossoblù. Ma per i tifosi del Napoli, c’è un episodio che brucia ancora: quella sconfitta al minuto 90 che ci ha fatto imprecare contro il destino. “Quando vengo in Sardegna, non solo a Cagliari, la cosa che mi colpisce è l’affetto con cui vengo sempre ricordato, nonostante gli anni passati qui siano stati pochi e contro la mia volontà. Io desideravo restare a lungo e chiudere la carriera a Cagliari, ma nel calcio può succedere di tutto. Questa è una terra che non ho mai dimenticato, come loro non hanno mai dimenticato me. Vedo un legame tra il Brasile e la Sardegna: in entrambi i casi c’è un forte orgoglio per la propria terra. Nei sardi rivedo questa fierezza, la stessa che sento io per le mie origini. A Cagliari mi sono sentito subito a casa.”
Queste parole di Jeda evidenziano un legame quasi mitico con l’isola, un orgoglio che i napoletani capiscono bene, dato che anche noi difendiamo la nostra terra con passione feroce. Hojlund da titolare: la Danimarca sfida la Bielorussia con un attacco stellare che fa tremare le difese avversarie.
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Dal Cagliari al Lecce, Jeda non ha risparmiato critiche all’allenatore Pierpaolo Bisoli, definendolo un “traditore” delle motivazioni: lo trattò come un reietto senza spiegazioni, spezzando sogni. Ma per noi partenopei, il vero colpo basso arriva quando Jeda evoca la vittoria contro il Napoli. “Poi sono andato a Lecce, un’altra città che mi è rimasta nel cuore… e il 2-1 al Napoli all’ultimo minuto, un’apoteosi incredibile: ricordo la telecronaca di Vittorio Sanna che quasi perdeva la voce per l’emozione.”
Ecco il momento che ci fa ancora male: un gol all’ultimo respiro che regalò al Cagliari la gioia e a noi solo rimpianti, come quella volta che il Napoli buttò via un titolo per un errore banale. Ironico, no? I sardi festeggiano con la stessa intensità con cui noi imprecavamo, ricordandoci che nel calcio, l’orgoglio locale può essere una lama a doppio taglio – e forse è ora che i nostri azzurri imparino a non regalare apoteosi agli avversari. In fondo, è questo il bello (e il dannato) della Serie A: storie che uniscono e dividono, lasciando spazio a discussioni infinite tra tifosi veri.