Juan Jesus racconta la sua Napoli: da sorpresa a colonna portante
Nel format “Voci dal Ritiro”, Juan Jesus ha parlato ai microfoni di CRC, radio ufficiale del Napoli, rivelando la sua gratitudine per questi anni in azzurro. “Mi fa piacere essere qui da diversi anni. Forse è una sorpresa per chi non mi conosceva, ma io conosco le mie qualità”, ha detto il difensore. Come tifoso del Napoli, mi emoziona sentirlo rivendicare il suo posto: non è solo un giocatore, è un esempio di resilienza in una squadra che ama le storie di riscatto.
Sotto Spalletti, ha collezionato 18-19 presenze, alternandosi con Kim e Rrahmani, e l’anno scorso ha contribuito nonostante infortuni altrui. “Il calcio è strano”, ride lui, ricordando la miglior difesa d’Europa dopo un decimo posto. Vero, il Napoli ha pagato errori passati, ma ora con Conte al timone, che impone metodo e intensità, potremmo vedere una squadra più solida. Criticamente, però: se non impariamo da quelle sviste, rischiamo di ripeterle – e io, da napoletano, non lo tollero.
Sul suo ruolo da leader, Juan ammette: “Sono uno dei più grandi, provo ad aiutare in campo e con le parole”. Il calcio è cambiato, ma la difesa resta essenziale, che sia a uomo o di reparto, come nella sfida alla Juventus. Da giornalista tifoso, apprezzo questa maturità: in una rosa giovane come la nostra, serve esperienza per non cedere sotto pressione. Ironia a parte, se Beukema e Marianucci assimilano i suoi consigli, potremmo evitare pasticci da dilettanti.
Le critiche? “Io faccio il mio lavoro e dimostro con i fatti”, replica lui con esperienza. E ha ragione: dopo stagioni altalenanti, Napoli lo ha accolto come un suo, e i tifosi lo ricambiano con passione. Io, però, critico la dirigenza: se non rafforza la difesa come promesso, rischiamo di difendere lo scudetto con il fiato corto. L’appello di Juan ai fan – “Il Maradona dev’essere una bolgia” – è puro fuoco: facciamolo nostro, trasformiamo l’ansia in energia.
Infine, un tocco leggero: tra sfogliatelle ricce e feijoadas brasiliane, Juan promette il 100% in campo. “La squadra c’è, il mister c’è”, chiosa. Come napoletano ottimista ma lucido, spero che questo entusiasmo non sia solo parole: vincere di nuovo significherebbe scrivere storia, non solo sognarla. Forza Napoli!