Juan Jesus, il guerriero silenzioso che ama Napoli
Juan Jesus ha parlato chiaro nel format “Voci dal Ritiro”: “Mi fa piacere essere qui da diversi anni… La prima persona che ha creduto in me è stato Spalletti, senza di lui non sarei arrivato a fare la storia a Napoli”.
Come tifoso del Napoli, ammiro questa gratitudine, ma facciamoci una domanda: Spalletti ha davvero sbloccato il suo potenziale o è stato solo un colpo di fortuna? Quel periodo ci ha regalato uno scudetto, ma Juan ha dovuto sudare per emergere tra Kim, Rrahmani e gli altri.
Ora, con Conte in panchina, Juan dice: “Ora c’è Conte qui e so di avere la sua fiducia”. E qui mi scappa un sorriso ironico – Conte trasforma difensori in macchine da guerra, come fece a Londra o a Torino. Se Juan mantiene questa forma, potremmo rivedere una difesa da record, non come quella disastrosa di due anni fa.
Sulla leadership, ammette: “Sono uno dei più grandi, quindi sicuramente ho più esperienza”. Giusto, ma nel Napoli di Maradona o Higuain, i leader urlavano e trascinavano. Oggi, con il calcio tattico, basta un esempio silenzioso? Dipende da partite come quella contro la Juventus, dove la marcatura a uomo fa la differenza.
Critiche e tifosi? Juan replica: “Dopo tanti di calcio impari a subirle… La città di Napoli mi ha dato tanto”. Bravo, è il nostro spirito: passionali e leali. Ma ai tifosi dico, usate quella passione per far tremare il Maradona, come un dodicesimo uomo, non solo per criticare. Facciamolo nostro, da campioni d’Italia!