venerdì, Agosto 15, 2025

Juan Jesus sull’ascesa di Kvaratskhelia: “Quando emerge un talento del genere, ci chiediamo da dove venga. Ecco il motivo”

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Juan Jesus, il roccioso difensore del Napoli, ha aperto il cuore in un’intervista esclusiva su Drive&Talk, parlando della passione brasiliana per il calcio e di come il gioco sia cambiato. Un must per i tifosi azzurri che amano il vero spirito del pallone, senza fronzoli e con un tocco di realismo crudo. #Napoli #ForzaNapoliEterno #CalcioBrasiliano

In questa chiacchierata al volante, Juan Jesus riflette sull’essenza del calcio brasiliano, spiegando come l’estro e il divertimento siano radicati nelle esperienze infantili. Ecco le sue parole: “Viene dalla strada, perché giocavamo per strada da bambini. Nel senso che ci divertivamo con gli amici, non c’erano altri giochi da fare, c’era solo il pallone. Si giocava per strada, sui campi di sabbia, su campi buoni e su campi cattivi. Ma ci si divertiva, e per noi il divertimento era giocare a calcio. Quando c’era tempo libero a scuola… a calcio! Sappiamo che il calcio è una parte fondamentale della vita in Brasile. Una cosa che vedo è che oggi, il Brasile come nazionale, purtroppo, ha perso questa cosa. Perché ci sono molti giocatori che giocano in Europa, prima ce n’erano solo pochi, ma erano quelli che giocavano tranquilli.” Juan Jesus qui non le manda a dire: il calcio brasiliano sta perdendo la sua anima giocosa, colpa di tutti quei talenti che emigrano in Europa e dimenticano le radici. È una critica spietata al business del calcio, che per i tifosi del Napoli suona familiare, visto quanto spesso vediamo i nostri eroi lottare contro lo stesso sistema.

Proseguendo, il difensore approfondisce i cambiamenti nel gioco moderno, citando idoli del passato e fenomeni attuali. Ascoltiamolo: “Non ho mai visto Maradona, ma Ronaldo, il Fenomeno, per me è sempre stato il più forte, perché se ascoltiamo Cannavaro, Maldini, Nesta, tutti questi ragazzi che sono tra i più grandi difensori, che dicono: ‘Ho fatto fatica con Ronaldo’, pensi: ‘Cosa poteva farci, non l’ho nemmeno visto’. Per farvi capire che Ronaldo per noi in Brasile è un idolo, assolutamente perché era il più forte. Il calcio è cambiato molto oggi, non è più la nazionale brasiliana è divertente da guardare. No, perché oggi il calcio è cambiato, ma anche il nostro. Voglio dire, oggi corriamo molto di più, siamo più veloci, siamo più forti. Oggi la qualità tecnica a volte passa in secondo piano. E questo mi dispiace un po’, perché oggi conta solo la corsa, la potenza, chi è più forte, chi è più potente… E quando emergono giocatori come Kvara, che fanno la differenza, la gente si chiede: ‘Da dove salta fuori questo?’. Fa cose che non appartengono al calcio di oggi. Stiamo guardando il campionato di quest’anno, la parte alta va bene, ma nella parte bassa della classifica tutti sono vicini, sono sempre partite difficili, bloccate, quindi il calcio è cambiato molto. Oggi sono i dettagli che a volte fanno la differenza. Un errore, magari una punizione, ci sono partite che vanno male. Ma oggi il calcio è molto equilibrato.” In questo passaggio, Juan Jesus lamenta come il calcio sia diventato una questione di muscoli e velocità, lasciando da parte la vera arte – e per i tifosi del Napoli, è un richiamo a valorizzare gemme come Kvara, che portano quella magia che rende il nostro gioco speciale. È una stilettata al football moderno, dove la tecnica conta meno della forza bruta, ma almeno c’è ancora spazio per i fuoriclasse che fanno la differenza.

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