Addio chiacchierato senza filtri: quando le strade si dividono e le parole tagliano come lame #Calcio #Addio #ScelteDiVita
La società e il protagonista della vicenda hanno deciso di comune accordo di chiudere un capitolo che evidentemente non prometteva nulla di buono. "La decisione è stata maturata dalle parti a seguito di una valutazione congiunta in merito alle prospettive future e reciproche esigenze", recita lapidaria la nota ufficiale, senza giri di parole o inutili sofisticazioni.
Non è raro, nel calcio, vedere queste separazioni in cui tutti fanno finta di essere amici e collaboratori, ma sotto sotto è chiaro che qualcuno avrebbe voluto tirare il pacco da tempo. Quindi, per evitare imbarazzi e scenate da bar dello sport, è stato scelto il classico "divorzio consensuale".
Ovviamente, dietro questa frase di circostanza, si nasconde il solito gioco di potere: da una parte la società che non vuole più investire risorse e attenzione, dall’altra il personaggio che probabilmente non si vedeva più allineato con le strategie o con i… fidati colleghi. Un gioco al massacro con la faccia pulita, per non rovinarsi la reputazione.
E mentre i media si scatenano in mille ipotesi e retroscena, rimane chiaro che, in fondo, "le prospettive future e le reciproche esigenze" sono spesso solo un modo burocratico per dire che l’accordo ai patti non stavano più in piedi. Quindi, si volta pagina, si cambia aria e si spera che almeno uno dei due ne esca con qualche briciola di dignità intatta.