Il futuro incerto di San Siro: Un simbolo del calcio che rischia di sparire
Mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala si affanna su San Siro, i tifosi del Napoli non possono fare a meno di riflettere su come questo dibattito rispecchi le ipocrisie del calcio italiano. Sala, in un’intervista a Rtl 102.5, ha ribadito il suo impegno personale, ma le sue parole suonano come un balletto politico che trascura il patrimonio storico.
“Adesso vedremo a settembre cosa succede. Noi dobbiamo passare dal Consiglio comunale perché le transazioni che riguardano le proprietà pubbliche vanno approvate dal Consiglio Comunale. San Siro è uno dei miei obiettivi, non è quello più importante, ci mancherebbe altro, però per dignità anche personale ci sto lavorando da parecchi anni”.
Questa dichiarazione, con la sua aria di urgenza diluita, fa sorridere amaramente: Sala ammette che San Siro è solo un “obiettivo minore”, come se il tempio del calcio milanese fosse un’appendice della sua agenda. Paragonandolo al nostro Stadio Diego Armando Maradona, rinnovato con passione e senza troppi drammi, ci chiediamo se Milano non stia solo inseguendo mode globali anziché valorizzare la storia.
“Prima abbiamo pensato a una cessione in affitto, poi abbiamo provato la via della ristrutturazione, adesso siamo alla vendita. Per dignità personale voglio portare avanti questa iniziativa, ma deve essere approvata dal Consiglio. Dal mio punto di vista voglio avere la coscienza a posto, voglio fare il mio lavoro fino alla fine, poi vedremo se la politica seguirà questa via”.
Qui, l’ossessione per la “dignità personale” puzza di egoismo politico: è come se Sala stesse vendendo un’icona per pulirsi la coscienza, ignorando che San Siro ha ospitato leggende come Maradona. I tifosi partenopei, che hanno visto rinascere il loro stadio, si chiedono: e se invece di vendere, si investisse sul cuore del gioco?
“Quello che io noto, essendo una persona che ha sempre molto viaggiato per il mondo e che ancora oggi è molto curioso di quello che succede per il mondo, è che le grandi città normalmente hanno stadi nuovi. San Siro non è nuovo, però io qui mi fermo perché so che sarà motivo di polemiche, ma la contemporaneità deve spingere al cambiamento. Milano è una città di cambiamento, quindi io voto a favore e voterò a favore perché al Consiglio Comunale voto anch’io e poi vedremo quello che succede”.
Sala gioca al viaggiatore cosmopolita, ma questa difesa del “cambiamento” suona ironica per noi, che abbiamo un impianto vissuto e pulsante. Mentre Milan e Inter bisticciano, il Napoli dimostra che tradizione e modernità possono convivere, senza dover abbattere tutto. Ragionateci, azzurri: è ora di smascherare chi confonde progresso con puro business.